LUGANO – "Il Molino non si tocca". È questo il coro dei manifestanti che ha fatto da 'colonna sonora' alla conferenza stampa indetta dal Municipio di Lugano in merito alla demolizione dell'area dell'ex Macello. Mentre il sindaco Marco Borradori e i municipali Filippo Lombardi e Karin Valenzano Rossi aggiornavano la stampa, al dì fuori di Palazzo Civico circa duecento persone protestavano contro la decisione delle autorità.
"L'operazione era coordinata dalla Polizia cantonale con il supporto della Comunale di Lugano – esordisce Borradori –. La responsabilità è del Municipio. Noi abbiamo sempre detto che non avremmo tollerato violazioni importanti. Naturalmente, speravamo che essendo sabato pomeriggio che non succedesse niente di particolare. La manifestazione di ieri si è tenuta in modo pacifico. Da lì, le nostre dichiarazioni di pensare a delle alternative per l'autogestione".
Ancora Borradori: "La situazione ha preso questa svolta a seguito esclusivamente della deriva illegittima della manifestazione. Se qualcuno sostiene che noi non aspettavamo altro, io dico che non si va ad occupare uno stabile di terzi. Siamo al solito punto di partenza: noi siamo pronti a discutere e trovare una soluzione. Il Municipio di Lugano è pronto a intavolare delle discussioni, ma basta con questa attitudine. Siamo pronti a discutere con persone serie. Quello che è successo ieri sera è esclusiva colpa di coloro che si sono lasciati sfuggire di mano la situazione. I prossimi giorni saranno 'caldi' e quindi non prevedo 'trattative'. Le condizioni sono chiare per intavolare una discussione. L'operazione di ieri sera non ha registrato feriti. Chi ha occupato lo stabile Vanoni è stato registrato e schedato dalla Polizia. Lo sgombero è avvenuto nel quadro di un'operazione molto attenta".
Karin Valenzano Rossi: "È stata una serata difficile. Non possono nascondere l'amarezza per quanto accaduto. Ho sempre manifestato l'intenzione di aprire un dialogo con gli autogestiti. Il dialogo rimane la via principale. Polizia corposa? Era preparata a contenere possibili derive illegittime. Le ruspe? Difficile vedere una parte di Macello abbattuta. Scelta presa su indicazioni della polizia. Quella abbattuta non è una parte protetta e in futuro sarebbe potuta essere demolita. Non era prevista. Siamo stati messi a conoscenza ieri e il Municipio a maggioranza ha dato il via libera. È stata una misura che si sarebbe voluta evitare, ma era necessaria".
Successivamente, ha preso la parola Filippo Lombardi: "Credevo e credo nel dialogo. Lugano debba riconoscere legittimità a un'organizzazione non convenzionale. Ci deve essere uno spazio per l'autogestione, ma deve essere uno spazio di responsabilità. Il patto non scritto era molto chiaro. La manifestazione non era autorizzata, ma d'altro canto non ci sarebbe stato intervento se non ci fossero stati reati. Fino alle sette di sera eravamo contenti che il patto fosse stato rispettato. Gli animi sono caldi e non è il momento di sedersi al tavolo, ma la nostra disponibilità rimane".