BELLINZONA - Il personale a contatto stretto con pazienti, residenti o utenti vulnerabili sarà tenuto a esibire un certificato Covid oppure a partecipare a un programma di test mirati e ripetuti organizzati in azienda in modo da disporre di un test con esito negativo non più vecchio di quattro giorni. Inoltre i visitatori che vorranno accedere alle strutture sanitarie e socio-sanitarie dovranno esibire un certificato Covid. È quanto ha deciso il Consiglio di Stato su proposta del Dipartimento della sanità e della socialità nel corso della sua seduta odierna.
“Alla luce dell’evoluzione epidemiologica delle ultime settimane e con la volontà di proteggere ulteriormente le persone particolarmente vulnerabili da infezioni da Coronavirus – si legge nella nota stampa del Governo - il Consiglio di Stato ha deciso di rendere obbligatorio il test per il personale sociosanitario non in possesso del certificato Covid, ovvero in particolare non vaccinato, e il certificato Covid per i visitatori delle strutture. L’obbligo per questi ultimi entra in vigore dal 15 settembre, mentre alle strutture e ai servizi è dato tempo fino al 1° di ottobre per organizzare test mirati e ripetuti per il proprio personale, che dovrà disporre di un test con esito negativo risalente al massimo a quattro giorni.
La decisione governativa odierna infatti incarica le strutture sanitarie (ospedali e cliniche) e socio-sanitarie (case per anziani e istituti per invalidi), così come altri servizi del settore (centri diurni per anziani terapeutici e socio-assistenziali, centri diurni per invalidi, strutture residenziali per tossicodipendenti e servizi di assistenza e cura a domicilio), di promuovere test mirati e ripetuti per i propri dipendenti privi di certificato Covid ai sensi dell’Ordinanza 3 Covid-19.
Queste strutture possono decidere di prevedere anche una frequenza maggiore di test e sono responsabili del controllo dei certificati. Al contempo, sono invitate a continuare a promuovere la medicina basata sull’evidenza, anche in ambito vaccinale, incoraggiando la vaccinazione dei propri collaboratori.
Questa decisione recepisce quanto raccomandato dall’Ufficio federale della sanità pubblica e segue l’esempio di alcuni altri Cantoni. Il Governo è persuaso che questi provvedimenti rappresentino un ulteriore importante tassello nella strategia di contenimento della diffusione del Coronavirus in Ticino”.