BELLINZONA - L'Associazione dei Comuni in ambito socio-sanitario ha le idee chiare: sarebbe a favore di un eventuale obbligo vaccinale nel suo settore e invita chi ancora non si è sottoposto al vaccino e lavora a contatto con persone fragili a farlo.
"Analizzando la situazione epidemiologica in Ticino relativa alla pandemia daCOVID-19, esprime un encomio nei confronti del personale - sanitario o con altre funzioni - attivo nelle case per anziani e nei servizi di assistenza e cure a domicilio che si è già sottoposto alla vaccinazione", si legge nella nota. "Nel contempo, in linea con gli indirizzi federali e cantonali in materia di lotta alla pandemia, si dice preoccupato del fatto che una percentuale ancora troppo elevata di personale a stretto contatto con i residenti/pazienti non sia ancora vaccinata".
I tamponi non convincono il comitato. "In questo senso esorta vivamente tutto il personale attivo negli istituti di cura e nei servizi domiciliari a sottoporsi alla vaccinazione, quale misura a protezione della fascia di popolazione più vulnerabile. Considerato l’alto numero di falsi negativi, non ritiene il solo test antigenico sufficiente a produrre un grado adeguato di sicurezza operativa e di protezione generale nei confronti dell’utenza".
E rende attenti all'importanza dell'attuazione delle misure di protezione, anche per i vaccinati: "Parimenti ritiene utile rammentare che il vaccino non esime dalle misure ordinarie di prevenzione e di protezione che ciascuno, individualmente, deve mettere in atto sia sul posto di lavoro che in ogni luogo all’esterno del medesimo. Sarà altresì necessario mantenere tutte le altre misure di sicurezza sul posto di lavoro ritenute opportune dal medico cantonale e dal datore di lavoro".
"Il Comitato ACAS dichiara inoltre la propria posizione favorevole nel caso in cui venisse decretato l’obbligo vaccinale nei settori in questione", termina la nota.