di Andrea Leoni
BELLINZONA - Il Gran Consiglio sarà chiamato ad eleggere un Consiglio della magistratura straordinario. Un fatto storico che nei corridoi di Palazzo delle Orsoline viene già definito come un “terremoto giudiziario”.
Tutto nasce da una segnalazione al CdM fatta a carico di uno dei cinque procuratori che era stato preavvisato negativamente per la rielezione. E fin qui niente di straordinario: capita che i magistrati vengano segnalati all’organo di vigilanza per presunte mancanze o negligenze nel loro operato.
Straordinaria è invece la ricusa dell’intero Consiglio della magistratura, che ha origine proprio in quel famoso preavviso verso i cinque procuratori, emanato a suo tempo dal gremio guidato dal giudice Werner Walser. Un preavviso, si ricorderà, condito da giudizi al vetriolo verso i cinque magistrati “bocciati”. Un atto che il Gran Consiglio, dopo infinite discussioni e polemiche, decise di cestinare, rieleggendo tutti i procuratori. Il Parlamento prese quella decisione sulla base di una perizia affidata all’ex giudice del Tribunale Federale Claude Rouiller, che contestò la procedura adottata dal Consiglio della magistratura per la valutazione dei magistrati. In particolare il mancato accesso agli atti e la lesione del diritto ad essere sentiti.
Ebbene, il magistrato oggetto dell’ultima segnalazione, ha chiesto la ricusa dell’intero Consiglio della magistratura, ritenendo evidentemente l’organo di vigilanza prevenuto nei suoi confronti. Una ricusa clamorosa sulla quale ha dovuto esprimersi il Tribunale d’appello in corpore che, a maggioranza, ha accolto l’istanza del procuratore.
Di qui la richiesta pervenuta negli scorsi giorni all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio di nominare i membri laici (quattro), quelli di competenza parlamentare, di un Consiglio della magistratura straordinario che dovrà occuparsi del caso specifico. I membri togati, tre, dovranno invece essere scelti dal plenum della magistratura.
Inutile ribadire che si tratta di un fatto straordinario che, de facto, azzoppa il lavoro del Consiglio della magistratura in carica, che andrà in scadenza nel 2022. Un atto di sfiducia, secondo taluni. Non è difficile immaginare, infatti, che qualora un altro dei cinque procuratori, allora “bocciati”, dovesse essere oggetto di segnalazione, potrebbero ripercorrere lo stesso identico iter. E così si tratterebbe di nominare di volta in volta un CdM straordinario.