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Cronaca
10.02.22 - 18:030

Per India e Nur comincia (davvero) la vita. "Come si poteva essere felici in bilico?"

I due giovani raccontano come hanno vissuto l'attesa della sentenza della SEM, che ha messo fine alla loro Odissea. "Se avessero deciso per il rimpatrio, avremmo trovato il modo di andare avanti. Ma ora possiamo... comprarci vestiti!"

MORBIO INFERIORE - È stata una Odissea lunga anni, in un limbo di incertezza. Ma ora India e Nur, i fratelli etiopi, sanno che potranno rimanere in Svizzera. La raccolta firme promossa dalla docente di India, Dania Tropea (che da noi interpellata non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla vicenda), gli appelli politici e il preavviso favorevole del Ticino hanno portato al tango agognato sì da parte della SEM.

E la vita dei due giovani può ricominciare. Lui potrà trovare un lavoro (è assistente verniciatore), lei proseguire negli studi per diventare infermiera. Si sono raccontati a La Regione, parlando dei sentimenti verso la Svizzera e di quello che hanno vissuto.

A partire dallo stato d'animo con cui attendevano la sentenza. "Non avevo più timori. Non che non avessi paura di ricevere un ‘no’, ma a distanza di anni sono diventata più realista, tengo i piedi piantati bene a terra. Se avessero deciso per il rimpatrio, mi sono detta, avrei trovato il modo di andare avanti. Come hanno fatto gli altri, mi convincevo, ce la faremo anche noi. Le difficoltà ci sono sempre state, ovunque. Cambia, certo, il grado di difficoltà. Come abbiamo trovato la forza di ricominciare qui, l’avremmo trovata anche laggiù. Nonostante la delusione", ha detto India. E Nur: "Credevo in Dio e che sarebbe andata bene. Ci ha dato la pazienza per tenere duro questi dieci anni; ero sicuro avesse qualcosa in serbo per noi. Comunque fosse andata". Anche perchè in Etiopia la situazione è davvero difficile e pericolosa, oggi.

I due hanno vissuto sospesi per anni. Commovente un dettaglio raccontato dalla giovane: "Ricordo che mio fratello non voleva mai che gli si comprassero degli abiti nuovi: ‘Tanto non li metto se dobbiamo restare poco, abbiamo le restrizioni, sto dentro casa e poi per fare le valigie avere pochi vestiti aiuta’, ci rispondeva. Piccole cose quotidiane che a noi pesavano tanto". 

L'intervista si è svolta alle Gole della Breggia, che per India e Nur rappresentava le vacanze, un luogo dove trovare serenità. Amano la Svizzera, ma ancor di più il suo popolo. "Un po’ di tempo fa mi hanno chiesto se ero felice di vivere qui, in Ticino. Sì, ne sono felice. Vivere, però, con l’ansia di essere rimpatriata, non me la fa godere. Come si può essere felici a vivere in bilico", ha spiegato, con realismo, India.

Che ha sempre raccontato la sua situazione ai compagni, tanto che era alle elementari quando fecero la prima, dozzinale e affettuosa, raccolta firme. Un lungo iter, fatto di incertezza e paura. Ma ora si può ricominciare, o cominciare, a vivere. 

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