BELLINZONA - La Sezione dell’agricoltura, che fa capo al Dipartimento dell’economia, avrebbe stabilito che non era possibile proteggere il gregge di Cerentino attaccato nelle scorse settimane dal lupo (o dai lupi): per giustificare l’ordine di abbattere il predatore farebbe dunque stato soltanto il numero degli animali uccisi. Dopo le predazioni del 26 aprile – e la successiva protesta degli allevatori valmaggesi che hanno depositato le carcasse di pecore e agnelli davanti a Palazzo delle Orsoline – Marco Frigomosca afferma che qualche giorno fa dal suo allevamento di Cerentino sono sparite altre quattro capre.
“L’Ufficio caccia e pesca è stato informato – ha dichiarato al Corriere del Ticino -. Non ho le prove, ma il lupo l’altra sera era ancora lì, che si aggirava sopra il gregge. Un mese prima il lupo mi aveva già predato 4 capre. Non capisco perché il Consiglio di Stato temporeggi. Le condizioni per l’abbattimento mi sembrano ampiamente date”.
E oggi, dopo aver deciso settimana scorsa di attendere ulteriori approfondimenti giuridici, il Governo potrebbe dare il via libera all’abbattimento. Proprio in base alle conclusioni della Sezione dell’agricoltura che, secondo il Corriere, avrebbe stabilito la “non proteggibilità” del gregge di Cerentino. L’adozione di misure di protezione nei confronti dei predatori è infatti il requisito previsto dalla legge federale per l’abbattimento di un lupo che abbia predato più di dieci capi in quattro mesi.
“Il rapporto della Sezione dell’agricoltura del DFE era sul tavolo del Consiglio di Stato nei giorni successivi alla predazione del 26 aprile”, afferma Armando Donati, presidente dell’Associazione per un Territorio senza Grandi Predatori. “A Cerentino i funzionari del DFE sono passati il giorno della predazione. Dal 26 aprile, quindi, sapevano esattamente se il gregge era proteggibile o meno. Questa attesa, dunque, ci sembra davvero inspiegabile”.