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Cronaca
09.10.22 - 22:550
Aggiornamento: 13.10.22 - 13:27

Mondo sindacale in lutto: è Giovanni Scolari la vittima dell'incidente in Val Cama

Il 66enne è morto ieri in Val Cama mentre stava tracciando un sentiero, Il ricordo di Ricciardi e Jelmini

LUGANO – Lutto nel mondo sindacale. È Giovanni Scolari il 66enne morto ieri pomeriggio dopo essere precipitato in un dirupo in Val Cama. L’ex segretario regionale dell’Organizzazione cristiano sociale è caduto per un centinaio di metri lungo un pendio roccioso, sul versante italiano della Valle di Bodengo. Insieme ad alcuni amici stava tracciando un sentiero sul Piz de Sambrog, a 2'300 metri di quota in territorio di Grono. Impegnato politicamente a Manno, dove abitava e rappresentava il Centro (PPD) come consigliere comunale, Scolari era un grande appassionato della montagna. Ma anche un grande lavoratore, come lo ricorda Renato Ricciardi, segretario cantonale dell’OCST, contattato dal Corriere del Ticino, che ha trascorso molti anni al suo fianco.

Scolari aveva iniziato negli anni giovanili la carriera sindacale, dopo aver lavorato come operaio qualificato, arrivando, grazie alle sue competenze, afferma Ricciardi, “a ricoprire cariche di responsabilità, ad assumere un ruolo importante anche nelle trattative a livello nazionale e a crescere molto umanamente e professionalmente: Giovanni godeva di una generale e sincera considerazione ed è così che lo ricorderemo”.

Era andato in pensione nel giugno dell’anno scorso, dopo 32 anni di servizio all’OCST, dove ricopriva, appunto, il ruolo di segretario regionale del Luganese, il più grande dei tre segretariati dell’Organizzazione. Il suo posto è stato preso da Lorenzo Jelmini che lo ricorda con queste parole: “Non posso fare altro che pensare a un grande sindacalista, che ha lasciato un’impronta importante nella storia dell’OCST. Per molti anni ha militato nelle fila prima come dipendente di un’azienda e poi come sindacalista, ha sempre dimostrato un costante attaccamento e una grande passione nei confronti dei lavoratori, delle lavoratrici e delle loro problematiche con uno sguardo concreto. Una determinazione che non gli ha mai impedito di trovare delle soluzioni. Il mio pensiero, e di tutta l’OCST, va alla moglie e ai figli”.

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