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Cronaca
13.12.22 - 16:350

Omicidio Carol Maltesi, al via il processo contro Davide Fontana. E il figlio di 6 anni della donna teme di scordare il volto della mamma…

La psicoterapeuta che sta seguendo il piccolo: “Ha subìto una perdita enorme con cui dovrà confrontarsi per sempre. Per lui il danno psicologico è inestimabile”

BUSTO ARSIZIO – È iniziato questa mattina davanti alla Corte d’Assise di Busto Arsizio il processo a carico di Davide Fontana, l’ex bancario insospettabile che lo scorso gennaio ha barbaramente seviziato e ucciso la 26enne Carol Maltesi, facendola a pezzi, nella sua casa di Rescaldina, nel Milanese. L’uomo, accusato di omicidio volontario, distruzione e occultamento di cadavere, continua a sostenere di aver compiuto “un gesto non premeditato”.

“Quella mattina – ha raccontato in aula – dovevamo fare due video. Lei, durante il secondo video, ha ricevuto una chiamata dal padre di suo figlio nella quale l’ex compagno le spiegava di avere il Covid e parlava della scuola del figlio”. Dopo la chiamata l’orribile femminicidio. “Mentre giravamo il video l’ho colpita alla testa più volte con il martello. Sembrava morta. Poi ho notato il movimento di una gamba. Allora sono sceso a prendere un coltello e le ho tagliato la gola per toglierle la sofferenza. Ho iniziato a sezionare il corpo qualche giorno dopo, dopo aver acquistato un seghetto al Brico". Dopo il ritrovamento dei resti di Carol, Fontana ha spiegato di aver pensato di andare dai Carabinieri: “Volevo andare lì, dire che quei resti erano suoi, tornare a casa e suicidarmi. Mi odio per quello che ho fatto", ha aggiunto.

Intanto, la psicoterapeuta che sta seguendo il figlio di 6 anni dell’attrice italo-olandese ha spiegato che “il bambino ha subìto una perdita enorme con cui dovrà confrontarsi per sempre. Per lui il danno psicologico è inestimabile e le ripercussioni non materiali, pur non essendo calcolabili, indicativamente vengono valutate in un milione di euro”.

Ogni volta che i compagni di scuola gli chiedono dove sia la sua mamma, lui risponde semplicemente, con il suo candore, che “Lei non c’è più”, ma quando la terapeuta gli chiede di esternare i suoi timori il piccolo confida di aver “paura di dimenticare com’era fatto il viso della mamma”.

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