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Cronaca
22.04.24 - 14:340
Aggiornamento: 23.04.24 - 19:43

Assurdo. Ucciso a colpi di falce per un sacco di pellet messo al posto sbagliato

La vicenda arriva da Esino Lario. La vittima è Pierluigi Beghetto, attivo in politica e nel sociale, con la passione per l'apicoltura, l'assassino Luciano Biffi, artista di strada precario. Tra loro c'erano rancori per banali motivi di vicinato

ESINO LARIO - Ucciso per un sacco di pellet lasciato al posto non giusto. È il destino di Pierluigi Beghetto, 53enne assessore comunale, che è stato assassinato a colpi di falce da un vicino, dopo anni di rancori e litigi per motivi banali, dalla spazzatura al tubo dell'acqua che perdeva.

Lui e il suo assassino non vivono sempre a Esino Lario. Beghetto, residente con la moglie e i due figli di 24 e 17 anni a Usmate Velate, in provincia di Monza, vi passava del tempo per coltivare la sua passione, l'apicoltura, oltre che per i suoi impegni sociali e politici, per cui era conosciuto e stimato. Impiegato in una azienda di elettricità, aveva aperto, aiutato dal figlio, anche una attività nella produzione di miele. Il 60enne Luciano Biffi, che è un artista di strada con un lavoro precario, ha in paese la casa della madre. I loro appartamenti si trovano in due piani diversi di una palazzina. Non si incontravano spesso, ma quando accadeva, c'erano tensioni per le classiche motivazioni degli screzi tra vicini: il cartone o il sacco della spazzatura posati nel luogo sbagliato, una perdita d'acqua.

Biffi però è andato decisamente oltre. Ieri mattina, probabilmente a causa di un sacco di pellet che Beghetto aveva poggiato di fronte al suo box, lo ha colpito ripetutamente al petto e al collo con una falce che aveva in giardino, provocandone la morte.

Quando i soccorritori, allertati da qualcuno che aveva sentito delle urla (ma ci sono voci che dicono che sarebbe stato lo stesso Biffi a chiamarli), sono arrivati sul luogo, non hanno potuto far altro che constatare la morte di Beghetto. Il 60enne era ancora presente e non ha opposto resistenza all'arresto. Si è mostrato pentito del suo gesto. Secondo le ricostruzioni dei concittadini, si trovava a Esino Lario da una decina di giorni.

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