BERNA - Ogni giorno, sulle strade svizzere dodici persone riportano ferite gravi o perdono la vita a causa di queste. L'anno scorso, 4096 persone sono rimaste gravemente ferite, un numero che non si registrava da dieci anni. Il numero dei morti (236) rimane stagnante a un livello elevato, come emerge dall’ultimo barometro della sicurezza dell’UPI.
“Chi si sposta a piedi è particolarmente a rischio – si legge nel comunicato dell’Ufficio prevenzione infortuni -: l'anno scorso, 522 pedoni (+ 25 rispetto al 2022) sono stati feriti gravemente e 46 (+ 6) hanno perso la vita. L’incremento più netto è stato registrato l'anno scorso nelle motocicliste e nei motociclisti: 1160 persone hanno riportato ferite gravi (+ 97). Complessivamente, una persona su quattro gravemente ferita e una su cinque deceduta viaggiava in moto. Tuttora preoccupante è lo sviluppo per le elettrocicliste e gli elettrociclisti: anche in questo caso il numero dei feriti gravi è aumentato notevolmente (+35 per raggiungere 595)”.
Le raccomandazioni dell’UPI
Negli ultimi cinque anni, il settore della sicurezza stradale ha evidenziato un andamento sfavorevole, ulteriormente accentuatosi nel corso dell’ultimo anno. La tendenza è chiaramente negativa. Per ridurre il numero degli incidenti stradali gravi, la Svizzera deve attuare in modo più coerente misure efficaci ed economiche.
Una prevenzione efficace si basa su approcci che interagiscono in modo efficace:
• Infrastruttura stradale: deve essere configurata in modo da permettere alle e agli utenti della strada di adottare sia un comportamento corretto in modo intuitivo sia di ridurre le conseguenze degli incidenti. I punti con lacune devono essere identificati e migliorati.
• Tecnica del veicolo: include sistemi come ad esempio l’ABS e il sistema di assistenza alla frenata di emergenza che contribuiscono attivamente alla prevenzione degli incidenti. L’uso corretto dei sistemi di assistenza deve essere integrato nell'istruzione alla guida.
• Essere umano: è indispensabile insegnare una competenza in materia di rischio e sensibilizzare a una partecipazione sicura al traffico, ad es. attraverso misure educative o campagne nazionali di prevenzione, come la nuova campagna e-bike dell’UPI.
Soprattutto, però, i politici e le autorità devono attribuire la priorità necessaria alla sicurezza stradale e impegnarsi a lungo termine a favore di una maggiore sicurezza. In qualità di centro nazionale di competenza, l’UPI non solo fornisce basi scientificamente fondate sull’incidentalità, ma collabora anche strettamente con diversi attori nell’attuazione di misure di prevenzione proprie e condivise.