STABIO – “Mi hanno offerto un tempo pieno a 2'300 lordi, è normale e soprattutto legale offrire una cifra così bassa considerando gli stipendi medi in Ticino?”. la domanda se la pone un (possibile) frontaliere su un gruppo social dedicato ai lavoratori di oltre Confine. E dai numerosi commenti si scopre una realtà nuova che sta forse emergendo, ovvero italiani che dicono no a determinati salari.
Fino ad oggi si era sempre detto che i frontalieri sono disposti ad accettare stipendi più bassi. Da questi commenti non sembrerebbe… “Sì arricchiscono sulle spalle della povera gente.... Ogni giorno paghiamo con delle vite... Basta guardare le morti sul lavoro... E nessuno ci tutela....”, attacca qualcuno (il pensiero è andato all’operaio deceduto a Monteggio, forse).
“Sono andata a fare una prova in un ristorante a Lugano stipendio lordo 1700 franchi. Anche no grazie”, testimonia una donna, mentre chi ha scatenato la discussione aggiunge: “Dopo aver rifiutato sono stato trattato come se preferissi restare in disoccupazione, ho accettato qualsiasi lavoro negli ultimi anni ma mi rifiuto di accettare di alimentare il dumping salariale”.
“A Stabio a me per un part time hanno offerto 900/1000 euro netti”, prosegue qualcuno, un altro racconta: “A me pure a Balerna 2200 lordi e ho rifiutato.... povero Ticino”.
In diversi dicono che per tanto cosi conviene lavorare in Italia. Anzi, qualcuno se la prende col mercato ticinese. “Considera che se hanno offerto questo lavoro ad una frontaliera ci sarà un motivo. Un residente di sicuro non potrebbe accettare”.
“Più l’Italia è in crisi e più gli svizzeri se ne approfittano, è sempre stato cos la legge di mercato”, continua un altro. “Non esiste per legge lo stipendio da frontaliere, dal 2014 esistono i CCL , che sono stati fatti per non creare questa differenza, denunciate alle commissioni paritetiche , ai sindacati, la legge federale non lo tollera!!!”, attacca un altro ancora.
Che ci sia una sorta di rivolta? I frontalieri vogliono di più? E che ripercussioni potrebbe avere tutto ciò sul mercato del lavoro, se non si tratta di casi isolati?