BELLINZONA - Si è tenuta a Bellinzona la 103esima Assemblea Generale Ordinaria della Cc-Ti, alla presenza di 200 soci. La manifestazione si è svolta osservando scrupolosamente tutte le
norme sanitarie vigenti. Tracciamento dei partecipanti, misurazione della febbre,
attestazione di buona salute di tutti i partecipanti, obbligo di mascherina durante tutto
l’evento, ampi spazi a disposizione e distanze sociali assicurate (il numero dei presenti è
stato chiuso a 200 invece degli usuali 500).
Malgrado il delicato momento sanitario, è stato deciso di tenere l’Assemblea in presenza
per due motivi: il cambio della Presidenza della Cc-Ti, che merita particolare attenzione, e la volontà di dare un segnale forte che, malgrado le molteplici difficoltà, vi è la necessità e la determinazione di continuare a lavorare, senza sottovalutare il Coronavirus ma convivendoci.
Elemento centrale dell’Assemblea è stato il passaggio di consegne fra Glauco Martinetti,
che lascia la Presidenza dopo cinque anni, e Andrea Gehri, nominato all’unanimità
dall’Assemblea dei soci. Glauco Martinetti terminerà il suo mandato il 31 dicembre 2020 per
assumere la carica di Direttore dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC) dal 1° gennaio 2021.
Da tale data Andrea Gehri assumerà ufficialmente la Presidenza della Cc-Ti.
Nel suo intervento, Glauco Martinetti ha sottolineato l’importanza del ruolo della Cc-Ti quale
associazione-mantello dell’economia ticinese. Sia per quanto riguarda i contatti con la politica, caratterizzati da spirito di collaborazione, critico su temi quando necessario ma mai inutilmente offensivo. Sia per i rapporti con le associazioni di categoria, fortemente supportate dalla Cc-Ti.
Sulla situazione attuale, Glauco Martinetti ha evidenziato come sia necessario evitare di
obbligare le aziende a indebitarsi eccessivamente per poter sopravvivere, perché a lungo
termine questo risulterebbe fatale per tutto il substrato finanziario cantonale.
Ha sottolineato come il Ticino non sia un cantone con un'economia debole. "Del resto un’economia cantonale debole non sarebbe mai stata in grado di assorbire colpi duri come quelli del ridimensionamento del settore bancario. Il mantenimento del livello del gettito fiscale delle persone giuridiche su livelli stabili, malgrado la perdita di centinaia di milioni di introiti derivanti appunto dalle banche, ne è una dimostrazione palese", ha detto, sottolineando la rivoluzione tecnologica che il Covid ha solo accelerato. "Il Ticino, grazie anche all’evoluzione tecnologica, non è più la duplice periferia di Zurigo e di Milano ma è invece un luogo centrale ed equidistante molto interessante per fare azienda. È quel luogo che permette un ottimo equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, che negli ultimi 20 anni ha sviluppato un nuovo mondo accademico (USI, SUPSI), dove fare innovazione è diventato più facile (Innovation Park Ticino, Fondazione Agire), dove l’incontro di due culture (latina e germanica) determinano ottime conoscenze linguistiche, dove la spinta delle nuove tecnologie è diventata realtà ad esempio in ambito farmaceutico/medicale/ricerca. A condizione ovviamente che non si stravolgano le condizioni-quadro (vedi trattati bilaterali) in nome di politiche di chiusura volte più a raccogliere consensi che non a generare vera forza innovativa sul territorio", ha avvisato, con chiaro riferimento a iniziative come quella dell'UDC bocciata in votazione popolare il 27 settembre.
Andrea Gehri ha dal canto suo illustrato il suo percorso professionale iniziato con
l’apprendistato, raggiungendo quest’anno i 50 anni di attività della propria omonima azienda.
Ha posto l’accento sui valori di indipendenza ed equilibrio della Cc-Ti. Egli ha pure sottolineato l’importanza di mantenere condizioni favorevoli per le aziende che, soprattutto in momenti come questi, devono poter operare senza eccessivi ostacoli. Riferendosi a talune graduatorie che pongono il Ticino in una posizione sfavorevole, ha poi rilevato che questo non è riconducibile all’economia, ma più a lacune di tipo infrastrutturale (fiscalità, formazione, collegamenti) che fanno parte delle condizioni del nostro territorio. Sui motivi che lo hanno spinto a accettare la sfida, ha detto: "Mi sono convinto che la Presidenza assunta da un artigiano, da qualcuno che provenisse dal mondo del fare, potesse in un qualche modo rappresentare le piccole medie aziende nell’ambito di questo nostro tessuto economico molto vasto e variegato. Le PMI rappresentano senza ombra di dubbio la spina dorsale dell’economia nazionale e cantonale, sulla quale la Svizzera ha costruito il proprio modello di successo economico e anche in Ticino vi sono centinaia, o meglio, migliaia di aziende di piccola e media
dimensione che lottano quotidianamente per il successo, per favorire la crescita, per offrire
posti di lavoro e per incrementare il benessere dell’intera comunità".
"Per poter ridistribuire la ricchezza alla comunità bisogna prima generarla! Per generare benessere necessitiamo di condizioni quadro che permettano alle aziende di crescere in modo virtuoso! Per crescere un’economia virtuosa vogliamo soluzioni fiscali attraenti e all’avanguardia per aziende, imprenditori e per le persone fisiche", ha aggiunto come auspicio della sua presidenza.
Dopo l’intervento del Consigliere di Stato e Direttore del DFE Christian Vitta, il Direttore Luca Albertoni ha sottolineato come sia importante la rete nazionale e internazionale di contatti
della Cc-Ti. Questa permette infatti la creazione di contatti e l’introduzione di strumenti che
vanno a diretto beneficio delle aziende ticinesi. La collaborazione con le altre Camere
svizzere ha portato ad esempio all’elaborazione di modelli di contratti che regolano anche
gli aspetti più complessi del telelavoro, a un lavoro comune con il Digital Innovation Hub di
Lucerna, che permette alle imprese ticinesi di accedere a una rete internazionale di fondi e
allo sviluppo delle competenze digitali. Aiuti concreti e immediati, importanti in questo
contesto difficile.
Luca Albertoni ha menzionato una lettera inviata negli scorsi giorni al Consiglio di Stato
ticinese, nella quale si rifiuta ogni ipotesi di lockdown generalizzato e si invita l’autorità a
ripensare il sistema delle quarantene, che pone attualmente seri problemi di proporzionalità,
con effetti gravi per l’economia e quindi per tutto il territorio.
Infine, Valentin Vogt, Presidente dell’Unione svizzera degli imprenditori, ha ribadito l’importanza dell’appartenenza della Cc-Ti all’associazione nazionale per far valere al meglio gli interessi delle aziende ticinesi. Ricordiamo che la Cc-Ti è membro anche di economiesuisse e dell’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM).