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12.12.23 - 13:560

Posta, addio a 4000 posti di lavoro. "Molti retribuiti a ore con carichi di lavoro ridotti"

Il Gigante Giallo aveva annunciato a fine ottobre la cessazione del servizio di distribuzione DCM, ora la notizia viene confermata. I sindacati si dicono preoccupati e puntano a misure di ricollocamento e sostegno

BERNA - La Posta taglierà circa 4000 posti di lavoro da giugno 2024. Cesserà, infatti, totalmente il servizio di distribuzione tramite DCM, ovvero  il servizio di recapito pubblicitario della sua filiale Direct Mail Company (DMC). Era nell'aria, era stato annunciato il 25 ottobre, causa la diminuzione della pubblicità cartacea, ma erano in corso delle trattative e sindacati e partner sociali speravano di riuscire a salvare almeno alcuni dipendenti: non è stato così, come comunicano con amarezza Syndicom e Transfair.

Syndicom si dice, ovviamente, "non soddisfatto di questa decisione. Anzitutto per l’elevato numero di dipendenti che perdono il posto di lavoro e perché la stragrande maggioranza di questi sono dipendenti retribuiti a ore con carichi di lavoro ridotti. Con nove eventi organizzati in tutta la Svizzera e attraverso innumerevoli contatti con i dipendenti colpiti, syndicom ha potuto prender conoscenza delle loro esigenze. Su questa base, syndicom ha formulato un'ampia gamma di proposte nell'ambito del processo di consultazione"

In primis, viene chiesto che la Posta si assuma le sue responsabilità tramite "una soluzione di transizione, all'interno o all'esterno del gruppo Posta per tutti i dipendenti. Questo deve rimanere l'obiettivo di tutte le parti coinvolte, anche dopo la conclusione del processo di consultazione". Il gigante giallo ha già assicurato che essi saranno "sostenuti e accompagnati nell'ambito della separazione e dell’accesso al loro nuovo percorso professionale", con un sostegno "nel processo di ricollocamento, nella ricerca di lavoro e negli atti di candidatura per impieghi all'interno e all'esterno del Gruppo Posta".

Il sindacato ha inoltre chiesto delle sostanziali indennità di licenziamento. 

Transfair ritiene che serva una soluzione per tutti i dipendenti che hanno perso il posto, mentre la Posta pare voler "insistere su delle soluzioni esclusivamente individuali",

Oltre a "indennità e misure di formazione e perfezionamento, per dare al personale le migliori possibilità di trovare un nuovo lavoro", Transfair "presterà particolare attenzione al pagamento dei premi fedeltà: il sindacato sostiene una richiesta fortemente espressa dal personale di poter rivendicare questi premi se saranno stati percepiti nell'anno successivo alla fine del periodo di congedo. E non solo fino alla fine del periodo di congedo". 

Dato che la Posta è "Un grande datore di lavoro pubblico", si aspetta che "sia in grado di concordare un piano sociale adeguato alla drammatica situazione causata da questa massiccia ristrutturazione". 

C'è anche preoccupazione per il futuro del servizio della distribuzione DCM. Il sindacato ritiene che sia "deplorevole che non sia stata fatta alcuna distinzione tra le varie regioni, visto che ciò avrebbe certamente permesso di prolungare le operazioni in una parte del Paese". Tra le richieste accolte in fase di consultazione, c'è una hotline cui i dipendenti licenziati possono rivolgersi. 
 

 

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