BELLINZONA - Chi non paga i premi di cassa malati non sono i furbetti che potrebbero farlo ma non vogliono, bensì persone che hanno spesso anche altri debiti e vivono ai margini della società. Eppure, i comuni ora li denunciano al Ministero Pubblico, andando solo ad aggravare la loro situazione.
La prassi vuole, infatti, che le casse malati indichino ai comuni i morosi, per permettere loro di raggiungerli e capire eventuali casi di disagio che sovente sono fuori dai radar dell'amministrazione e da quelli degli aiuti sociali. Ma da alcuni mesi, da ottobre, se alla convocazione del comune non si ha risposto, quest'ultimo fa scattare una denuncia. Un sistema, secondo Bruno Cereghetti, già responsabile per 18 anni, fino al 2009, dell’Ufficio assicurazione malattia (Uam), interpellato da La Regione, assolutamente sproporzionato, "un carro armato per colpire una mosca".
Soprattutto perchè, appunto, chi non paga non può farlo. Ci sono anche casi, e lo rilevano studi del DSS da lui citati, di cittadini arrabbiati con le assicurazioni o che, a causa di spese impreviste, rinviano il pagamento, ma che poi, di fronte a richiamo e soprattutto a precetti esecutivi, saldano il dovuto. Gli altri, non hanno la disponibilità finanziaria di far fronte ai premi, peraltro in continua ascesa.
Si tratta in particolare di una fascia di popolazione con una massa debitoria già presente, non solo nel campo dei premi. Spesso sono, appunto, "persone con pronunciati problemi di ordine sociale, economico e sovente anche legati alla gestione delle incombenze ordinarie che vivono ai margini della società e sono difficilmente intercettabili. Persone con difficoltà di diversa natura, ma fuori dai radar dell’assistenza o delle prestazioni complementari". Farli chiamare dal comune serviva proprio a cercare di trovare delle soluzioni.
Ma la denuncia, ora, non fa altro che aggravare il quadro. "Evidentemente molti non si presenteranno nemmeno di fronte al Ministero pubblico e verranno puniti con una multa per disobbedienza a un’autorità. Ma dare una multa a una persona in condizioni debitorie del genere avrà come conseguenza unicamente la produzione di un ennesimo attestato di carenza beni", ragiona Cereghetti. "Cosa succede se il moroso non paga la multa? Viene incarcerato? Perché il rifiuto di pagare la multa porta a questo. E sarebbe il colmo".
Peraltro, anche il Ministero Pubblico, già oberato di lavoro, si trova a dover far fronte a una lunga serie di casi bagatella. I cosiddetti furbetti vengono già intercettati e per loro l'Ufficio esecuzione e fallimenti mette in atto una procedura severa. Chi invece realmente non può pagare, si trova ancor più in difficoltà, invece che aiutato. "In effetti di fronte a un governo che propone un simile esercizio di abbattimento sociale – andando a rivedere i sussidi delle assicurazioni malattia, quelli per le persone con disabilità, e in generale colpendo proprio la parte più debole della società – non ci si dovrebbe meravigliare che abbia introdotto la denuncia penale nei confronti dei morosi. Ma al di là di questo, preoccupa molto l’impatto dei tagli sulle fasce di popolazione già al limite della precarietà che rischiano di superare un punto oltre il quale riemergere per conto proprio dalle difficoltà socioeconomiche risulterà estremamente complicato", termina Cereghetti, con un chiaro attacco politico.