MILANO – Non è mai banale nei suoi interventi Vittorio Feltri. Intervistato dal Corriere della Sera, Feltri tocca svariati argomenti e temi. Partendo da un suo articolo in cui ha parlato di razzismo verso gli anziani, prendendo spunto dal fatto che il New York Times ha scritto che nel 2024 Biden sarà troppo vecchio per candidarsi ancora alla presidenza degli USA (anche se al giornalista sta antipatico...).
Dice Feltri: “Quando ero ragazzo io, i vecchi erano ascoltati, quasi venerati. Ma oggi c’è il giovanilismo, tutti vogliono essere più giovani e, automaticamente, si è diventati razzisti verso i vecchi, considerati rompiscatole, occupatori di spazio. Me ne rendo conto anche a casa mia: i miei figli mi fanno lezione su come comportarmi, su cosa fare e non fare. Nel mio giornale, i giovani mi rispettano, ma sento anche che mi sopportano. Perciò, quando ho letto la vicenda di Joe Biden, ho voluto scrivere che avversare i vecchi è una stupidaggine: noi ottantenni non siamo né rimbambiti né catorci umani né persone da emarginare sperando che moriamo presto lasciando l’eredità»
“Il cervello, se non colpito duna malattia, è l’unico organo che non invecchia. Io lavoro tutti i giorni, domenica compresa. Non faccio ferie da 40 anni. Tant’è che ogni giorno esce un mio articolo. Stanchezza? No. Perché dovrei?”.
E ancora: “Non vado più a cavallo. La preoccupazione di cadere e fracassarmi le ossa ha superato il piacere di cavalcare. Sto attento alla salute. Dopo l’operazione per la rimozione del tumore al seno mi sono rivestito e sono andato al giornale a scrivere un pezzo. Come sto in forma? Mangio poco. Bevo uguale: da sempre mezzo bicchiere di vino bianco prima di pranzo e cena; a cena, massimo un bicchiere e mezzo di rosso e, la sera, un dito di whisky. Ho la stessa taglia di sempre, peso 65 chili, come da ragazzo. E, come disse Giuseppe Prezzolini quando lo intervistai centenario: sono arrivato così a questa età perché non ho mai fatto ginnastica. Da anziano dormo di più: undici ore. Vado a letto alle dieci e mi alzo alla nove. Senza sonniferi, gocce, niente".
E poi? "Vado in ufficio e mi metto a scrivere. Invecchiando, sono diventato più veloce: per un articolo, impiego al massimo 40 minuti. Il pensiero è fluido, il linguaggio mi viene dietro".
I tempi cambiano e anche gli strumenti a disposizione dei giornalisti. “Uso l’Ipad, ma modifica le parole e io bestemmio. L’asino è lui, non io”. 80 anni da compiere a giugno, Feltri non si sottrae al pensiero della morte. “Non ho paura della morte, ma del metodo con cui la morte ti acchiappa. Mi darebbe fastidio arrivarci dolorante. Preferirei un colpo secco”. Ma la memoria a breve termine, dice, zoppica: sa però, se serve, cercare su enciclopedie e libri, non usa Google.
“L’unica attività che a noi anziani richiede una forza che non abbiamo credo sia il sesso. Non lo faccio, ma nemmeno di penso. Non ho più stimoli. Le donne? Mi piacciono ancora ma non ricordo perchè", chiude. Nel corso dell'intervista ha parlato anche di Berlusconi, dicendo di averlo sentito "stralucido" prima del ricovero e di un libro cui sta lavorando: “Parole indiavolate” che parla di come col politicamente corretto si fa la guerra al dizionario anziché occuparsi di cose serie".