Politica
30.08.16 - 14:320
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Interrogazioni inevase, tassa di collegamento e propaganda: Pagnamenta sollecita il Governo
Si chiede come mai è stata data risposta a un atto di Bang e non a uno, precedente, di Filippini. «Il primo poteva essere usato a favore della tassa, il secondo ingrossava le fila dei contrari?»
BELLINZONA - Il Governo usa le interrogazioni dei parlamentari come strumento di propaganda, evitando di rispondere a quelle che potrebbero ingrossare le fila dei contrari alle sue posizioni? È quello che si chiede fra le righe Paolo Pagnamenta, primo firmatario di un'interrogazione in merito alle risposte del Consiglio di Stato su atti parlamentari relativi alla tassa di collegamento.
Pagnamenta paragona due interrogazioni sul tema, inoltrate rispettivamente il 12 gennaio 2016 da Lara Filippini de La Destra e il 14 febbraio 2016 dal socialista Henrik Bang.
Nella prima, Filippini chiedeva:
«1. Conferma il Consiglio di Stato che, con l’intento di disincentivare l’utilizzo del veicolo privato a favore di altre forme di mobilità, la tassa di collegamento sarà ribaltata sui funzionari dell’Amministrazione cantonale che affittano un posteggio del Cantone?
2. Quando intende il Consiglio di Stato, quale datore di lavoro, informare compiutamente i propri dipendenti al riguardo, come fatto da altre aziende pubbliche e private?
3. Quanti saranno i posteggi e i funzionari coinvolti?
4. Quale sarà l’introito a beneficio del Cantone? Tale importo è già stato considerato nei 18 milioni preventivati?
5. Quanti e quali sono gli “enti di diritto pubblico”, a cui fa riferimento l’art. 35b, che saranno assoggettati alla tassa?
6. Esiste una lista degli esentati in base all’art. 35d? Quali sono in particolare i posteggi pubblici che verrebbero esentati?
7. Infine, ma non meno importante, a quanto ammontano i costi di gestione di tutta l’operazione di implementazione e controllo di questa tassa?»
Risposte che, in teoria, avrebbero potuto portare a argomenti contrari alla tassa. Bang, invece, collegava la tassa con l'inquinamento, e la risposta è arrivata il 18 maggio 2016, mentre l'interrogazione di Filippini è ancora pendente, nonostante dovesse essere evasa entro 60 giorni.
Dunque, alla luce di ciò, Pagamenta, assieme alla stessa Filippini, a Sergio Morisoli e Germano Mattei, pone delle domande al Governo, «considerando che entrambe le interrogazioni erano state inoltrate a pochi mesi dalla votazione sulla tassa di collegamento del 5 giugno 2016 e che un’informazione completa e corretta è una prerogativa indispensabile affinché i cittadini possano esercitare i propri diritti politici nell’ambito delle consultazioni popolari".
I quesiti sono:
«1. Per quale ragione l’interrogazione 8.16 del 12 gennaio 2016 denominata “Tassa di collegamento e posteggi pubblici: a quando una comunicazione ufficiale?” risulta a tutt’oggi inevasa? Entro quando sarà fornita una risposta ai quesiti posti?
2. Per quale ragione l’interrogazione 30.16 del 14 febbraio 2016 denominata “Tassa di collegamento, inquinamento dell’aria, diminuzione dell’offerta del servizio pubblico” è stata evasa in data 18 maggio 2016, dunque prima dell’interrogazione 8.16 del 12 gennaio 2016, pur essendo stata presentata oltre un mese dopo?
3. A quale Dipartimento, rispettivamente a quale unità amministrativa è stato demandato il compito di elaborare le risposte all’interrogazione 8.16 del 12 gennaio 2016 e all’interrogazione 30.16 del 14 febbraio 2016?
4. L’interrogazione 30.16 del 14 febbraio 2016 è stata appositamente evasa prima della votazione popolare del 5 giugno 2016 perché il Governo e il Dipartimento del territorio hanno ritenuto che la risposta avrebbe potuto essere utilizzata quale strumento di propaganda a favore della tassa di collegamento?
5. L’evasione dell’interrogazione 8.16 del 12 gennaio 2016 è stata intenzionalmente tenuta in sospeso perché il Governo e il Dipartimento del territorio hanno ritenuto che la risposta avrebbe potuto portare argomentazioni per accrescere le fila dei contrari alla tassa di collegamento?»