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Politica
21.09.16 - 14:000
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

«Il cane ha mangiato la costituzione?». «Si curano i sintomi e non le cause». «Hanno solo fatto i contabili»

Il dissenso alla manovra corre sul web: socialisti, verdi e Montagna Viva, ma anche Boris Bignasca e Fonio che si scaglia contro i tagli AFI e API. Il Consiglio di Stato? Solo Bertoli esulta per le borse di studio

BELLINZONA - Ieri il triciclo formato da PPD, PLR e Lega ha ottenuto l'approvazione della manovra, addirittura potenziata da 185 a 205 milioni. I commenti, dopo quelli ufficiali, si sono trasferiti, come di consueto, sui social, in particolar modo quelli dei contrari. I principali oppositori del rapporto di maggioranza erano i socialisti, e il profilo ufficiale del PS riprende le misure votate, commentando: «Il preambolo della Costituzione svizzera recita : "Consci che libero è soltanto chi usa della sua libertà e che la forza di un popolo si commisura al benessere dei più deboli dei suoi membri". Pare che il triciclo Lega-PPD-PLR sia entrato in aula scordando questo testo a casa. A meno che non l’abbia mangiato il cane». Amareggiata Lisa Bosia Mirra, esponente socialista (la cui presenza è stato oggetto della rabbia di Boris Bignasca nella prima giornata di dibattito). «Oggi il parlamento ha votato una manovra con una serie di tagli che aggraveranno la situazione di chi fa già fatica oggi. Per la maggioranza formata da Lega-UDC-PLR (e parte del PPD) le 37 famiglie cadute in assistenza dopo la scellerata decisione di dicembre di tagliare AFI e API sono una quantità trascurabile. Mi chiedo quante siano quelle che hanno semplicemente deciso di tirare la cinghia perché hanno paura della revoca del permesso B, o semplicemente non vogliono chiederla per non doversi umiliare. Io vorrei che i servizi sociali si facessero carico del disagio degli assistiti e protestassero. Vorrei che ci fosse una sollevazione popolare, ma tutto tace. Faremo referendum, lo vinceremo, ma questa sera, sento solo frustrazione, smarrimento e il peso dell'incapacità di fare di più e meglio. Vorrei solo dire alle persone toccate da queste misure che mi dispiace molto». In merito alle persone toccate dai tagli di AFI e API ha parlato Giorgio Fonio, che riproponendo il video del suo intervento, ha scritto che «le persone non sono numeri. 301 persone che hanno firmato una petizione sono poche... Dicono loro! 37 persone cadute in assistenza sono poche...Dicono loro!». Non è bastato per aver ragione, in una votazione tirata. Fonio non è l'unico esponente di uno dei tre partiti del triciclo a essere insoddisfatto. Boris Bignasca ha infatti postato: «Ecco perché sono contrario alla Manovra approvata ieri dal parlamento. Perché prima di tagliare ai ticinesi bisogna: chiudere alcuni musei pubblici senza visitatori,tagliare l'assistenza agli stranieri con permessi B, ridurre il costo per il vitto e l'alloggio degli asilanti, ridurre gli uffici pubblici sovradimensionati come il CSI e la Cancelleria, aumentare le imposte a permessi B e frontalieri». Tornando in casa socialista, Henrik Bang, avverte: «se non avrete più diritto ad un aiuto finanziario per la cassa malati, per la borsa di studio, per gli assegni prima infanzia, per gli assegni di famiglia, per la disoccupazione, e per tanto altro come i risparmi per l'ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi ecc., ecc. dovete ringraziare il triciclo Lega, PLR e PPD. Noi abbiamo difeso il ceto più fragile del popolo ticinese. Fatti e non slogan» E annuncia un po' di referendum, chiedendo l'aiuto del popolo. «Vinceremo, perché ultimamente qualche referendum lo abbiamo vinto. Pagüraaaa? Si iniziate. a rispettare la dignità del popolo e agli slogan in pseudo difesa dei ticinesi noi preferiamo i fatti». Dei Consigliere di Stato, si è espresso via social solo Manuele Bertoli, che non parla però della manovra in genere ma si focalizza sul rinvio in Commissione della gestione relativo alla proposta sulla trasformazione di un terzo del valore delle borse di studio in prestito. «Saggio dietro front. Il Gran Consiglio ha rinviato alla Commissione della gestione il taglio sulle borse di studio, affinché essa rivaluti l’opportunità di questo provvedimento che non era nel pacchetto finanziario proposto dal Consiglio di Stato. Personalmente auspico che essa giunga alla conclusione di ritirare del tutto la misura. Il dietro front, per ora parziale, è stata una decisione saggia, perché il provvedimento deciso autonomamente dalla maggioranza della Commissione è molto contestato e rimette in discussione il diritto alle pari opportunità nella formazione. Il dibattito parlamentare ha potuto aver luogo perché nel 2015 il Gran Consiglio ha approvato la Legge sugli aiuti allo studio, che fino all’anno scorso non esisteva e permetteva al solo Consiglio di Stato di decidere autonomamente su queste importanti prestazioni mediante delle semplici modifiche di regolamento. La legge, per la quale mi sono impegnato fortemente, si dimostra una garanzia a favore delle giovani generazioni e delle loro legittime aspirazioni nella formazione». Per la Coordinatrice dei Verdi Michela Delcò Petralli si curano i sintomi e non le cause dei problemi. «L'unica misura per ora sospesa (è stata rinviata in commissione della gestione) è quella relativa ai tagli sulle borse di studio. Fra qualche anno grazie agli sgravi previsti dalla riforma III della fiscalità per le imprese ci ritroveremo esattamente allo stesso punto di oggi. Inoltre l'aumento dei premi di cassa malati e quello delle persone in assistenza farà nuovamente lievitare i costi sociale. Ma il Parlamento si ostina a curare i sintomi e non le cause».Germano Mattei, unico esponente di Montagna Viva, ha votato no: per lui, solo esercizi contabili. «Sono solo e soletto, ma il mio voto è stato un no a questo dissesto. Questa non è una politica di equilibrio. Vi sono troppe fasce e aree che dovevano essere coinvolte che sono state lasciate tranquille, tranquille. Non riesco a credere a quel che ha detto il Presidente del Governo, ovvero che in ogni caso chi ha bisogno non sarà lasciato solo. Il solo fatto di essere nel bisogno e di dover chiedere è un problema e un'umiliazione per tanta gente. Non sono state buone giornate quelle di lunedì e martedì per i ticinesi. In effetti PLR, Lega, PPD e La Destra non hanno reso un buon servizio al paese. Magari hanno fatto i contabili, ma nulla di più».
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