Politica
19.10.16 - 21:300
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
La lettera dei Giovani UDC e il web. «Ma chi vi credete di essere?»
Pronzini ritiene che Bosia sia stata eletta da chi vuol difendere i migranti e chiede al PS di «dire che resterà in Gran Consiglio». Per Boneff, «è la prova che i giochi infantili causano danni allo sviluppo mentale!»
BELLINZONA - I Giovani UDC ieri hanno scritto una lettera aperta a Lisa Bosia Mirra, chiedendole di dimettersi dal Gran Consiglio, poiché indagata per aver aiutato dei migranti a entrare illegalmente in Svizzera (e pare abbia ammesso che non si è trattato di un episodio isolato). La deputata socialista non ha ancora risposto pubblicamente alla dura missiva, ma in diversi sui social network hanno preso posizione.
A parte gli esponenti UDC, come
Alain Bühler, che appoggiano quanto scritto dalla loro sezione giovanile, sono arrivate alcune critiche.
Il primo a dire la sua è stato
Matteo Pronzini, e il partito di cui fa parte, l'MPS, ha subito appoggiato la sua presa di posizione (ricordiamo che il Movimento per il Socialismo si era apertamente schierato con Bosia dopo il suo fermo a inizio settembre). «E basta con questa solfa!", ha scritto su Facebook. «Lisa è stata eletta da quella parte di cittadini che ritengono giusto aiutare le migliaia di migranti che fuggono da guerre e situazioni drammatiche, causate in primo luogo dalle politiche dei paesi imperialisti (USA, Russia, Cina, Europa, ecc.)». Poi chiede al PS di alzare la voce, «il suo partito, una volta per tutte, non può dire in modo chiaro e deciso che Lisa resterà in GC fino al 2019 e che poi sarà ricandidata rappresentando la parte migliore di questo cantone? Solidarietà a Lisa! Nessuno è illegale».
Corrado Mordasini, un altro sostenitore di Bosia, ha deplorato la grammatica usata nel comunicato.
Armando Boneff, invece, la prende dal punto di vista sociologico. «I giovani UDC scrivono alla deputata Lisa Bosia Mirra invitandola a dimettersi dal Gran Consiglio, e fin qui niente da eccepire; vige il diritto d'espressione e ciascuno lo manifesta secondo le proprie convinzioni. Ciò che invece preoccupa e mi offende anche a titolo personale è che lo fanno "in nome di tutto il popolo ticinese"!». Infatti, secondo il consigliere comunale di Lugano del PPD, «sono giovani e inesperti, eppure dovrebbero avergli insegnato che per rappresentare qualcuno occorre avere una delega o, per lo meno, godere di una comprovata e significativa maggioranza di consensi. Invece, sembrano ignorare che in Ticino sono solo un gruppetto misero e ininfluente. Sorge il dubbio che cotanta arroganza sia il risultato di giochi infantili inappropriati come quello de "Il dittatore in erba". Non ci si rende conto dei danni che possono causare allo sviluppo mentale i giochi della prima infanzia...».
Sul suo profilo Facebook, il responsabile della comunicazione del PS
David Marin ha commentato: «Potrei esprimere il mio disprezzo, ma come diceva il grande autore "il disprezzo va usato con parsimonia: c'è così tanta gente che ne ha bisogno".
Dunque, visto che non ho disprezzo da vendere, ai giovani UDC non lo darò. Non penso lo meritino: quando penso a loro, infatti, "non mi viene in mente niente"».