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22.01.17 - 22:320
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Bertoli, «il giovane torinese del Centro di dialettogia è in attesa di discutere il dottorato»

Il Ministro è furibondo con il Mattinonline, che ha pubblicato il curriculum non aggiornato del ricercatore. «Non esitano a usare maldicenze gratuite. Sono poveri metodi usati da povere persone»

BELLINZONA - Nuovi dettagli sul giovane torinese che lavora al 60% al Centro di dialettologia del Canton Ticino, nell'ambito di un progetto finanziato dalla Confederazione, emergono dal profilo Facebook di Manuele Bertoli. Il Consigliere di Stato socialista, a capo del DECS, è stato accusato sul nostro portale da Massimiliano Robbiani di ritenere i ticinesi ignoranti e di preferire i lavoratori italiani a quelli residenti, in ogni settore. A rimpolpare la polemica ci aveva pensato il mattinoline, pubblicando il curriculum del giovane torinese, chiedendo ai lettori se fosse un profilo raro. Aggiornato al 2013, il curriculum parla di 70 ore di insegnamento dell'italiano ad alunni stranieri, alcune come volontario e altre nell'ambito di un tirocinio formativo, oltre a 50 ore di attività ludiche con bambini ospedalizzati (a livello volontario), 8 mesi come assistente alla segreteria organizzativa e un'esperienza in un ristorante. A livello accademico, Bachelor e Master in Scienze della Formazione primaria, indirizzo Scuola Primaria, entrambe ottenute con 110/110. Ma, appunto, il curriculum pubblicato è aggiornato al 2013, dettaglio che ha fatto infuriare Manuele Bertoli. «Mattinonline e Mattino della domenica hanno dovuto raccontare falsità su di una persona assunta al 60% al Centro di dialettologia e etnografia (CDE) con un contratto da ausiliario, rea di provenire da Torino. Sbandierando la presunta copia parziale di un curriculum fermo al 2013, hanno messo in dubbio quanto affermato dal Governo, nonché ovviamente l’onorabilità del collaboratore toccato», ha scritto su Facebook, constatando amaramente che «quando in politica mancano gli argomenti, alcuni, pur di sostenere le proprie tesi, arrivano a mentire o raccontano solo la parte della verità che fa più comodo, immaginando che la gente sia pronta a credere a tutto». Il giovane, precisa Bertoli, «ha conseguito una specializzazione in onomastica presso l’Università di Torino nel 2016 ed è in attesa di discutere il dottorato. Ed è proprio nel quadro di questo lavoro che si è avvicinato al CDE, quale centro specialistico al di fuori dei confini italiani». Oltretutto, «ha mostrato una competenza personale di rilievo in informatica, tanto da aver contribuito a generare le banche dati necessarie al lavoro dello stesso CDE senza dover far capo a specialisti esterni». Bertoli, dopo le precisazioni, conclude con un duro attacco. «Ancora una volta in questo Cantone non si esita ad usare la maldicenza gratuitamente, in mancanza di argomenti più degni. Un povero metodo usato da povere persone, che in mancanza di fatti veri sono costrette a ricorrere alla menzogna. Un metodo che insulta i destinatari di queste pseudoinformazioni, trattandoli da creduloni pronti a prendere tutto per oro colato».
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