Politica
01.02.17 - 15:560
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Il mondo dei sordi, costellato di ostacoli e di altrettanto coraggio
In occasione della manifestazione di protesta dei non udenti contro la prova delle sirene, abbiamo provato a capire quali sono le difficoltà che vivono, e cosa potrebbe facilitare loro la vita
LUGANO - In occasione della prova delle sirene, che si tiene oggi, la Federazione svizzera dei sordi ha manifestato il suo disappunto: chi non sente, non può accorgersi delle sirene, e in caso di bisogno rischia di essere in pericolo. Approfittando dell'occasione, abbiamo cercato di capire con Désirée Haupts, Responsabile Media per la Svizzera italiana, come si pone la società nei confronti di chi ha problemi uditivi.
Cosa volete mostrare con questa manifestazione?C'è in atto una sorta di discriminazione verso le persone con una disabilità uditivi, sia essa una sordità profonda o una debolezza d'udito».
Che altre discriminazioni esistono verso le persone sorde in Ticino?«Il discorso legato al Ticino si estende anche al piano nazionale. La risposta alla sua domanda, in linea generale è sì. C'è una limitazione all'accessibilità all'informazione e all'offerta culturale, alle comunicazioni. Pensiamo ai mezzi pubblici: una persona sorda non può sentire l'annuncio del ritardo del treno. Nell'offerta televisiva pubblica c'è il teletext e il tg delle 18 è tradotto il lingua dei segni, ma quello principale delle 20 no, rimanendo solo alla RSI».
Quante persone sorde ci sono in Ticino?«Uno degli obiettivi della Federazione è generare uno studio concreto che rilevi dei dati precisi sulla situazione. In Ticino ci sono più o meno 350 persone sorde, escludendo dunque coloro che hanno una disabilità uditiva generale. Ci sono giovani, qualche bambino, poi adulti e anziani. Nella statistica non calcoliamo le persone anziane che hanno una riduzione della capacità di sentire progressiva».
La loro vita nel nostro Cantone è difficile?«Ci sono delle norme che potrebbero essere diverse e che faciliterebbero anche l'accessibilità al mondo del lavoro. Si ha un'immagine delle persone sorde come di gente con cui è difficile rapportarsi, con una realtà comunicativa diversa, invece non è così. I sordi hanno le stesse capacità degli udenti, tranne che non possono far uso per esempio nello stesso modo di un telefono: ma ci sono dei sistemi quali il Videocom per superare questi ostacoli».
Il mondo del lavoro come si pone di fronte ai non udenti?«In Svizzera non esiste una normativa che impone alle grandi imprese di avere una percentuale di impiegati disabili, perciò c'è chi ha politiche interne più aperte e chi le ha meno. L'Italia in termini normativi per l'accessibilità al lavoro dei disabili è più avanzata. Non parlerei però di discriminazione, bensì di mancanza di informazione, in questo caso dei datori di lavoro».
La scuola, invece, è aperta, oppure studiare è altrettanto difficile?«Una persona sorda non sente, ma se si applica molto può leggere il labiale. Fino al completamento della scuola dell'obbligo un non udente ha diritto all'accompagnamento di un interprete, col sostegno dell'AI, ma se vuole accedere ad una formazione superiore si trova in difficoltà. Le lezioni in aula sono inaccessibili, soprattutto se da seguire in una lingua che non è la propria».
Tutte queste difficoltà che impatto hanno sul carattere e sulla psiche dei sordi? Non deve essere semplice vivere con tutti questi ostacoli...«Secondo me c'è una fortissima resilienza in questa comunità, vedo una forte capacità di rimettersi in piedi, di far fronte alle difficoltà. Addirittura, nella mia percezione personale, queste componenti sono in loro più forti. È come se, avendo difficoltà a priori, vedessero i problemi in un altro modo, con un approccio diverso. Ho conosciuto ragazzi giovani con una maturità diversa perché hanno sempre dovuto combattere, non trovando nulla facile. Queste persone hanno una forte voglia di dimostrare che possono farcela».
Vuole lanciare un appello?«Innanzitutto chiedo di interessarsi del mondo dei sordi. Ai datori di lavoro dico di abbattere la muraglia, la comunicazione con una persona sorda non deve essere un ostacolo al lavoro, si perdono collaboratori in gamba e con voglia di fare».