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Politica
04.09.17 - 13:270
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

Solo un altro esponente di MontagnaViva sta con Mattei. I capogruppo condannano. "La vita privata deve essere lasciata fuori". "Abbia la decenza di scusarsi". Per ora, nessuno chiederà le dimissioni.

Per Kevin Pidò, "che problema c'è? Io sto con Germano". Sabrina Aldi, "non potevo credere che un deputato si esprimesse pubblicamente così. E il suo giovane compagno di partito...". Per Maurizio Agustoni, "Equivalenze fra omosessualità e tossicodipendenze a dir poco inopportune"

BELLINZONA – Un post che diventa un caso, succede sempre più spesso, soprattutto quando a scrivere sono politici eletti, e se il tema è delicato come quello dell’omosessualità.

Germano Mattei ha scatenato una bufera, e l’unico a sostenerlo è il compagno di partito Kevin Pidò, che scrive: “io sto con Germano. Che problema c’è?”.

Unanime invece la condanna dei capogruppo degli altri gruppi, interpellati da ticinonews.ch.

“Secondo me non ha ben capito che certe uscite da parte di un Gran Consigliere non sono accettabili e che il minimo che dovrebbe fare è scusarsi sinceramente per queste affermazioni. Detto questo, non è nostro compito chiedere le dimissioni di un collega”, ha detto il liberale Alex Farinelli.

“Le sue dichiarazioni sono state decisamente maldestre, per usare un eufemismo... Soprattutto chi ha un ruolo pubblico non dovrebbe permettersi di giudicare le scelte di vita private di una persona. Peraltro tracciando equivalenze tra omosessualità e tossicodipendenza a dir poco inopportune”, è l’opinione del pipidino Maurizio Agustoni.

Per i socialisti, Ivo Durisch afferma che “la sfera privata delle persone bisogna lasciarla stare: una cosa che media e politici, come in questo caso, purtroppo non sempre fanno”. E si augura la stessa prontezza nel chiedere scusa.

Per quanto concerne la Lega, non è stato ovviamente interpellato il capogruppo, che è proprio Daniele Caverzasio. Ha parlato Sabrina Aldi, incredula: “non potevo credere che un Gran Consigliere si potesse esprimere pubblicamente in questi termini. Eppure è riuscito pure a rincarare la dose nei commenti successivi. La mia solidarietà non solo a Daniele, ma anche a tutti gli omosessuali che si sono sentiti offesi da questi appellativi inaccettabili. Mi ha spiazzato anche il fatto che il suo giovane collega di partito lo abbia pure difeso, come se nel 2017 fosse normale fare certe dichiarazioni. Spero abbiano la decenza di chiedere scusa”.
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