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21.11.17 - 11:440
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43

L'assistenza e le sue conseguenze: chi ne beneficia si stabilisce in Comuni dove si paga meno affitto... ma il Comune spende di più. "Serve solidarietà"

I pipidini Fonio, Jelmini e Battaglioni chiedono una perequazione relativa all'assistenza diversa, basata sulla solidarietà fra i Comuni (che devono farsi carico del 25% dei costi assistenziali dei loro residenti). "Nel 2015 si dava il via libera Ticino 2020, a che punto siamo coi rapporti?"

BELLINZONA - Le persone che beneficiano dell'assistenza aumentano, e spesso cercano di andare a vivere dove possono reperire degli affitti più bassi: visto che i costi assistenziali sono a carico del Cantone per il 75% e per il restante 25% del Comune, alcuni di essi si trovano a dover pagare di più.

Per un gruppo di deputati, che inoltra un'interrogazione, non è giusto, e bisogna trovare il modo di migliorare la soldiarietà fra i Comuni. Si tratta dei pipidini Giorgio Fonio, Lorenzo Jelmini e Giorgio Battaglioni, i quali ricordano prima di tutto i numeri: "Il numero di persone in assistenza nel nostro cantone è purtroppo in costante aumento. Stando agli ultimi dati pubblicati dal DSS nel mese di agosto 2017 le persone in assistenza erano 8'077, vale a dire 168 in meno rispetto al mese di luglio, ma ben 348 in più rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. L'aumento su base annua è stato quindi del 4.5%. Per quanto riguarda le unità di riferimento (ovvero i nuclei familiari), nel mese di agosto 2017 erano 5'299, 107 in meno rispetto a luglio ma 142 in più rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. In questo caso l'aumento annuo è stato del 2,8%"

 "È indiscutibile che tra i compiti dello Stato vi sia quello di garantire alloggio e assistenza a tutte le persone che, in un periodo della loro vita, sono confrontati a difficoltà economiche. Per quanto concerne la questione dell’alloggio, occorre ricordare che sovente, le persone in assistenza che cercano una soluzione adeguata, sono spinte ad orientarsi maggiormente verso quelle realtà urbane dove è più facile reperire appartamenti con pigioni a costo moderato. In questo contesto, realtà cittadine come Chiasso, Lugano, Locarno, Biasca o Bellinzona si trovano ad affrontare un impegno finanziario maggiore. Per questo riteniamo necessario trovare soluzioni legislative che valorizzino la solidarietà tra i comuni ticinesi, anche e soprattutto nell’interesse di chi si trova in difficoltà".

Ma qualcosa era già in atto, come proseguono: "Il 21 settembre 2015 il Parlamento ha dato luce verde ad un credito quadro pari a 3,2 mio di franchi per il periodo 2015-2020 e dell’autorizzazione a effettuare una spesa per 6,4 mio di franchi per l’elaborazione del progetto denominato “Ticino 2020, per un Cantone al passo con i tempi” per attuare una “Riforma dei rapporti fra Cantone e comuni”.
L’8 giugno 2016 la Piattaforma ha definito la struttura organizzativa della riforma dei rapporti istituzionali «Ticino 2020», che si è sviluppata grazie a un Comitato strategico, un Comitato guida e sette Gruppi di lavoro – tutti composti in modo paritetico da rappresentanti del Cantone e dei Comuni. Tra i temi trattati in questi mesi, oltre la previdenza sociale, gli anziani, le famiglie, la scuola e la mobilità, vi era pure la questione della perequazione relativa all’assistenza".

Poi, però, tutto si è fermato. "La Piattaforma aveva annunciato la presentazione per la metà del 2017 di proposte di decreti legislativi e di messaggi governativi così da consentire, entro il 2018, la discussione parlamentare su un primo pacchetto di misure per riorganizzare i rapporti fra il Cantone e gli enti locali". E non si è più saputo nulla.

Fonio. Jelmini e Battaglioni vogliono sapere: 

"1. Avendo superato il termine previsto del 30 giugno, a che punto sono le proposte dei gruppi di lavoro?

2. Quali sono i motivi che hanno ritardato la presentazione rispetto ai tempi fissati dalla Piattaforma?

3. Può essere indicato la data di presentazione del rapporto?

4. Si può conoscere l’orientamento che intende prendere il gruppo di lavoro sulla perequazione relativa all’assistenza”?".



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