Politica
27.02.18 - 14:390
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:43
Regazzi-UNIA, fuoco incrociato sulla partenza della DuPont. "Vai a capire questi sindacalisti...", "specula sulla pelle dei lavoratori", "addomesticano la realtà come vogliono"
Secondo il presidente di AITI, la società lascia il Ticino per questioni fiscali: "e UNIA vota contro la mini riforma: non siamo più competitivi". Il sindacato controbatte, "difendiamo la maggior parte della popolazione, non gli interessi dei ricchi e la sete di profitti delle aziende. Vanno via per una strategia di fusione"
BELLINZONA - Botta e risposta tra Fabio Regazzi e il sindacato UNIA. Tema: il referendum, prossimamente alle urne, sulla parte fiscale del pacchetto socio-fiscale. Casus belli: la delocalizzazione di DuPunt Pioneer, azienda che fa parte di una una multinazionale leader mondiale nel settore agricolo: andrà a Ginevra.
Il pipidino ha commentato su Facebook la notizia. Per lui è chiaro il motivo per cui l’azienda ha scelto di andarsene dal Ticino, “per ragioni fiscali. Le conseguenze saranno la cancellazione di 37 impieghi di buon livello e la perdita di 7/8 di entrate fiscali per Comune, Cantone e Confederazione. Commento del signor Gargantini di UNIA: "La situazione è ben più grave e difficile di quanto si voglia far credere”. Giusto! Ma allora perché UNIA sostiene il referendum sulla riforma fiscale con la quale si intende rendere un po’ più competitivo il nostro Cantone? Valli a capire questi sindacalisti...”.
Gargantini infatti aveva espresso la sua preoccupazione, constatando che si tratta di una ditta i cui lavoratori portano valore aggiunto.
Per Regazzi, però, è un controsenso angosciarsi ed essere comunque contrari al pacchetto fiscale, con gli sgravi per le aziende.
Puntuale, è arrivata la replica di UNIA, che accusa Regazzi di “speculare sulle disgrazie dei lavoratori”.
“Il sindacato Unia Ticino sostiene il referendum contro la riforma fiscale perché difende i bisogni della maggior parte della popolazione e non gli interessi dei ricchi e la sete di profitto delle aziende. Questa la risposta all'interrogativo sollevato provocatoriamente negli scorsi giorni dal consigliere nazionale e presidente dell'Aiti Fabio Regazzi in un intervento sulla stampa. Un intervento del tutto fuorviante, in cui tenta di far credere che la decisione della DuPont Pioneeer di Manno di delocalizzare a Ginevra (e la conseguente cancellazione di 37 posti di lavoro in Ticino) sia dovuta alla scarsa attrattività fiscale del nostro cantone”, si legge in una nota.
Per UNIA, è tutta una manipolazione in vista della votazione, e spiega che la partenza della DuPont non ha nulla a che vedere con il tema fiscale, come avrebbe spiegato la multinazionale stessa, bensì con un progetto di fusione strategico. “Non siamo insomma di fronte a una fuga per ragioni fiscali, come prova a far credere Regazzi, oltretutto insinuando l'idea che dal Ticino sia in atto un “fuggi-fuggi” di aziende alla ricerca di un fisco più attrattivo. Falso anche questo”.
“La chiusura della sede ticinese della DuPont Pioneeer è certamente una cattiva notizia e alle 37 persone che perdono il lavoro va tutta la solidarietà del sindacato UNIA, il quale non può però non stigmatizzare certi tentativi di speculare sulle disgrazie dei lavoratori già duramente colpiti per perseguire obiettivi politici, che evidentemente per Regazzi consistono in una cieca difesa degli interessi dei milionari e delle grandi imprese”, termina il comunicato.
Finita qui? Certo che no, perché Regazzi, affidandosi ancora ai social, ha contro replicato. “La realtà non piace a UNIA? Nessun problema: basta addomesticarla per allinearla alla propria visione come ha fatto nel caso DuPont Pioneer. Come si ricorderà l'azienda in questione ha deciso di lasciare il Ticino, anche se UNIA tenta goffamente di sostenere il contrario, soprattutto per ragioni fiscali” e riporta delle parole del sindaco di Manno Giorgio Rossi a ticinonews.ch.
“Questi sono i fatti, che possono piacere o non piacere, ma sono fatti. Se UNIA ha - come spesso accade - la coda di paglia non è di certo un mio problema, ma lo è semmai per coloro che hanno perso il posto di lavoro o arrischiano di perderlo in futuro proprio perché il nostro Cantone non è più competitivo dal profilo fiscale. Problema al quale la mini-riforma fiscale-sociale cerca appunto di ovviare per ridurre il rischio di partenze di aziende attive in Ticino, proposta che però UNIA combatte in prima linea con il referendum sul quale saremo chiamati ad esprimerci il prossimo 29 aprile. Respingo pertanto al mittente questa ridicola accusa anche perché non è nel mio stile speculare sulle disgrazie altrui”, scrive Regazzi.