BELLINZONA – Anche i Verdi non approvano la manovra proposta da Christian Vitta che abbasserebbe del 5% il moltiplicatore cantonale, e usano un parallelismo con una famosa favola, “quella di Biancaneve e i sette nani avrà presto un nuovo personaggio, a porgere la mela avvelenata il ministro dell’economia Christian Vitta. Nella realtà, come nella favola, il frutto avvelenato pare dolcissimo e succoso ma è solo una mera illusione: in verità si rivela amara sia per Biancaneve che per i cittadini ticinesi”.
Come avanzato da ForumAlternativo e Quadri, c’è il dubbio che il tutto rientri in un inizio di campagna elettorale: “Verrebbe da dire: non è mai troppo presto per iniziare a far campagna elettorale! Il ministro Vitta, con il suo imperturbabile sorriso, getta in pasto alla stampa l’ultima di una lunga serie di dissennate proposte, quella di abbassare il moltiplicatore cantonale d’imposta del 5%. Ovviamente senza passare prima nel luogo preposto, ovvero il governo”. Le stesse critiche portate dal PS, insomma.
La forma non piace, il contenuto nemmeno, e qui siamo ancora sulla linea dei socialisti. “I Verdi del Ticino si oppongono a questo regalo solo all’apparenza generoso, che in realtà si rivela essere una mela avvelenata. Prendiamo l’esempio di una famiglia ticinese media, con due figli a carico e un reddito annuo di 70'000 franchi, con la riduzione proposta da Vitta pagherebbe 170 franchi in meno d’imposte l’anno, poco più che 10 franchi al mese. In compenso già negli scorsi anni, per permettere questi regali fiscali la famiglia ha già perso qualche migliaia di franchi all'anno di sussidio cassa malati”.
“Come sempre le magie fiscali portano invece grandi vantaggi a chi non ha bisogno, in effetti un’altra persona, sempre con due figli a carico, ma con un reddito da 250'000, di franchi ne risparmierebbe 1'360. La differenza di risparmio è abissale, ancora una volta da Bellinzona cercano di venderci lucciole per lanterne”.
“È davvero questa la gestione finanziaria di cui ha bisogno il nostro cantone? Regali fiscali a chi non ne ha necessità? Come quelli per attirare imprenditori che devastano il nostro territorio alimentando il dumping salariale? Vogliamo davvero continuare sulla strada di uno sgravio in favore di pochi che si compensa subito dopo con la diminuzione di prestazione e servizi per tutti?”, si chiedono. “Questo cantone sta diventando il fantasma di sé stesso, con le casse che si svuotano, i servizi che diminuiscono, i cittadini del ceto medio che si impoveriscono sempre più. I Verdi del Ticino si oppongono con forza a questa spirale negativa e lanciano un grido d’allarme ai cittadini: aprile si avvicina a grandi passi, gli elettori possono correre ai ripari! Informiamoci, leggiamo, diventiamo cittadini consapevoli, partecipiamo ai processi decisionali e cerchiamo di agire come collettività. Non lasciamo che l'individualismo delle lobby della grande economia e i loro burattini a Palazzo delle Orsoline facciano il bello e il brutto tempo di questo cantone”.
Una sorta di richiamo alle urne, mascherato? Ovvero, pronti a far votare il popolo? Troppo presto per dirlo, ma l’idea di Vitta, per ora, non piace a nessuno.