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12.09.18 - 14:510
Aggiornamento: 15:53

Righini, è scontro con PPD e mondo imprenditoriale! Le bordate dalla scuola al lavoro

Il presidente socialista ha attaccato AITI per aver detto no alla riforma, Regazzi: "AITI è capitanata non da Siccardi ma dal sottoscritto". Intanto su Dadò...

BELLINZONA – Clima rovente: no, non quello esterno, anche se le temperature sono decisamente alte, ancora. Si intende quello politico che si sta scatenando sui social. E da La Scuola che verrà si viene a parlare di partiti e di manodopera. Questa volta, lo scontro è PS-PPD.

A far scattare la miccia di un tema sentito come La Scuola che verrà è stata AITI, che ha deciso di non sostenere il credito per la sperimentazione. Igor Righini non l’ha affatto presa bene, facendo notare all’organizzazione come non ha detto nulla in merito ad altri argomenti quali, per esempio, le armi o i salari. “I nostri giovani sono trattati con disprezzo da un vostro esponente che ha detto "quelli lì non sono formati" e voi, AITI, non dite nulla. Permettete a molti vostri affiliati di assumere personale a paghe da sottosviluppo. E voi, AITI, non dite nulla. Permettete alle industrie di cercare personale all'estero quando voi stessi potreste formarlo nel nostro territorio. E voi non fate nulla perché così conviene”, scrive su Facebook, pensando ovviamente a Siccardi. “Ma un comunicato su come si debbano istruire e formare i nostri giovani, quello sì che lo fate. Forse perché capitanati dallo stesso industriale che tratta con disprezzo i nostri giovani, ha una scuola privata e assume un'alta percentuale di frontalieri perché coi suoi salari un ingegnere formato in Svizzera da lui non ci va a lavorare. Siete il lupo che pretende di custodire il gregge delle pecore. Per fortuna che ai nostri Giovani e alla scuola che li forma come si deve ci pensa ancora lo Stato”.

Parole dure, che il mondo imprenditoriale non ha gradito. Fabio Regazzi ha risposto per le rime, lui che è pipidino ed anche presidente di AITI.”Ho letto il volo pindarico del presidente del PS Igor Righini contro AITI, rea di aver espresso il proprio NO al progetto alla Scuola che verrà. Righini, improvvisatosi leone da tastiera, si scaglia contro il lupo AITI (con toni che per altro ricordano quei patetici dittatori latino-americani che nella storia tanto sono piaciuti a certa sinistra e forse anche a lui) facendo di tutt’erba un fascio e non spende – ma del resto non lo ha mai fatto – una buona parola a favore dei moltissimi imprenditori che si danno da fare ogni giorno per mandare avanti la propria azienda e offrire posti di lavoro dignitosi. È forse allora bene ricordargli che non solo AITI è capitanata dal sottoscritto e non da Alberto Siccardi, ma soprattutto che le sue affiliate offrono oltre 300 posti di apprendistato (nella mia su 130 dipendenti ne abbiamo 12!) e ritengono che la formazione sia un valore fondamentale”.

Sostiene che AITI abbia detto no dopo una discussione interna, cosa che ritiene non sia avvenuta nel DECS. “Noi rispettiamo serenamente l’opinione di chi sostiene il progetto di sperimentazione in votazione il 23 settembre, a differenza del presidente del PS nei nostri confronti. Forse è perché il dibattito democratico e la libertà di opinione non sono mai stati di casa in parte della sinistra nostrana, che per questo preferisce rendere pecora la scuola anziché insegnarle a confrontarsi con i lupi. Righini se ne faccia comunque una ragione. AITI continuerà anche in futuro a dire la propria, in particolare su temi che sono sottoposti al voto popolare e importanti come la scuola. I suoi travasi di bile ci lasciano indifferenti e forse per curarli, o magari anche solo per prevenirli, potrebbe darsi da fare per conoscere davvero l’economia ticinese e il mondo delle imprese di cui non sa nulla ma che si permette di esprimersi sulla base di luoghi comuni e pregiudizi”.

Ma si diceva che è PS, o meglio Righini, contro PPD. Perché questa mattina su La Regione il presidente socialista si era scagliato contro Fiorenzo Dadò, che in tempi non sospetti aveva detto di vedere il partito in difficoltà: “orrei sottolineare che Dadò farebbe bene a parlare del suo partito che è sì in difficoltà, come è in difficoltà la sua presidenza perché alti esponenti del suo partito l’hanno messa in dubbio. E mi riferisco al problema del tutto irrisolto del caso Argo 1”.

Va aggiunto che anche imprenditori che al contrario dell’indicazione di voto sosterranno la riforma della scuola non sono stati felici delle parole del socialista. Ecco un estratto di post, per esempio: “Nelle sue parole si denota purtroppo una palese non conoscenza del tessuto economico del nostro Cantone rappresentato perlopiù da PMI e aziende familiari che da sempre sono vicine alla formazione professionale e in particolare alla formazione di apprendisti. Come già successo in passato non perde purtroppo l’occasione per generalizzare e fare di tutta l’erba un fascio! Lo esorto a volersi fare un giro sul nostro territorio affinché possa toccare con mano una volta per tutte quella che è la vera realtà dell’imprenditoria ticinese. Un settore che si compone anche di persone che hanno a cuore le sorti dei propri collaboratori e in particolare dei giovani. E non perché non sono aderenti al suo partito che non debbano avere un’anima sociale, anzi”.

Dalla scuola al lavoro, è scontro continuo!

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