BERNA – Se lo studio della banca HSBC sugli stranieri che vengono in Svizzera per lavorare metteva in luce grandi soddisfazioni sia dal punto di vista del salario che delle possibilità di carriera sino alla qualità di vita, un altro effettuato da Travail.Suisse dice altro, soprattutto sul Ticino.
In Svizzera aumenta lo stress sul lavoro, nominato dal 40% degli intervistati. Il 21,5% degli intervistati ha problemi a conciliare vita privata e lavorativa, con tre punti percentuali rispetto a quattro anni fa. E la maggior problematica sono le tempistiche, con sempre più straordinari, pause sempre più corte, raggiungibilità da garantire. Addirittura si lavora di più anche se si è malati.
E i salari? Quattro anni fa coloro che ne erano insoddisfatti erano il 9,4%, adesso sono saliti all’11,6%.
Il Ticino ha la maglia nera in tutti i fattori: minor sicurezza nel posto di lavoro ed anche minore motivazione rispetto al resto del paese (dove comunque rimane alta).
Ma in compenso, in tutta la Svizzera circa metà degli intervistati ritiene che non troverebbe un altro posto alle medesime condizioni salariali di quello attuale, se lo perdesse. Per cui, ignora stress e problematiche.
Temi che sicuramente il mondo del lavoro dovrà affrontare, prima o poi.