LUGANO - “Il tweet di Gobbi? L’errore non è solo il suo, è il nostro, che continuiamo a tollerare il suo comportamento”. Parole e musica di Natalia Ferrara che, in un articolo pubblicato sulla Regione, torna a riflettere sulla crisi del PLR e sulle opzioni per uscirne.
“Il punto per i liberali - scrive la deputata - è saper imparare dai loro sbagli senza per questo farsi ispirare da quelli degli altri. Tutti vogliono, e ci mancherebbe, “rimettere le persone al centro”, ma cosa significa concretamente? Garantire un sussidio a ognuno, come vuole una certa sinistra? Oppure offrire a ciascuno un capro espiatorio, come suggerisce una certa destra? Non credo”.
“Il PLR - prosegue nella sua analisi Natalia Ferrara - non deve avere nessuna paura di ammettere i suoi errori, primo tra tutti non aver saputo frenare l’emorragia del suo elettorato verso le due destre cantonali, quella leghista e quella UDC. Il paradosso politico è che il PLR ticinese ha sempre meno elettori cosiddetti di destra senza però essere diventato più sociale nelle sue proposte politiche. Dunque, il problema sta altrove, ad esempio nell’aver lasciato al tandem Lega-Udc i temi dell’identità e della sicurezza, di modo che l’elettore della destra liberale è diventato elettore della destra nazionalista, che è tutt’altra cosa”.
“Molte - termina lo scritto pubblicato sul quotidiano bellinzonese - le strade da percorrere per riconquistare terreno, una certamente quella della coerenza e, se mi permettete, della credibilità dei comportamenti. Occorre incalzare i sovranisti sui loro terreni invece di imitarli o blandirli. Confrontarli non sui proclami, sui “cosa”, ma sui “come”, “quando”, “con chi” e “con quali risorse”. Proprio a proposito di “come” si fa (o non si fa) non siamo stufi dei seriali “föo di ball” del Mattino della Domenica e, di recente, anche dei tweet di un Consigliere di Stato che, dopo un tamponamento in autostrada, spara un quiz sui social sulle targhe dei veicoli coinvolti, ovviamente per dire che è colpa degli italiani? Chi fa politica dovrebbe rappresentare e fungere da esempio, non ispirarsi, non proprio patriotticamente, al peggio della politica italiana. Ma l’errore non è solo il suo, è il nostro, che continuiamo a tollerare che troppe cose vadano male e che chi dovrebbe risolverle si comporti anche peggio”.