BELLINZONA - "La Svizzera non avrà più possibilità di controllare la propria immigrazione. Se anche in Ticino vien meno la volontà di sostenere questa limitazione, anche le misure accompagnatorie diverrano inutili: non ci sarò nessuna possibilità di controllare chi arriverà da noi. Aumenterà la burocrazia ma non controlleremo nulla", è molto amaro, Norman Gobbi, nel commentare in particolare il risultato sull'iniziativa della limitazione, ai microfoni di TeleTicino. "La Svizzera ha deciso di adeguarsi alla libera circolazione, siamo l'ultima pietra".
Per il Consigliere di Stato è mancato anche "il fuoco sacro", per ribadire che la Svizzera vuol rimanere padrona. "Ad ogni modo, da noi il sì ha vinto, non scordiamolo". Cosa fare, dunque? Cercare soluzioni cantonali, come con il Covid? "Se pensate che l'UE concederà al Ticino uno statuto speciale... Oggi abbiamo deciso di farci stritolare dall'UE, il risultato è questo. Dovremo abbassare le barriere, con un impoverimento del nostro Paese".
L'UE vuole già una firma rapida dell'accordo quadro, dopo il voto di oggi. "Si tratta di un tema dibattuto, coi sindacati che dicono no, i Governi cantonali sono scettici, si tocca nel perno un funzionamento interno", fa notare Gobbi. "Il rischio è che si getti via tutto quanto ci ha permesso di prosperare".
"Dopo il 9 febbaio non si è dato seguito a un mandato popolare ma si è trovata una soluzione che non soddisfa né favorevoli né contrari, e in 6 anni la situazione non è migliorata", così commenta la diminuzione di sostenitori ticinesi alle politiche di destra. "Mandiamo un segnale, poi c'è un'incertezza che riguarda il Covid".