BERNA - Niente di nuovo per ristorazione e altri settori. Il Consiglio Federale continua con la sua strategia, pur anticipando la data della consultazione per la seconda fase. In conferenza stampa sono state spiegate le novità.
Parmelin: "So che qualcuno non sarà contento"
"Vedo tante persone che pensano che stiamo riaprendo in modo troppo lento. Ma le decisioni sono del Governo, anche se non riscontra l'unanimità. Non siamo indifferenti alle critiche, le ascoltiamo e le prendiamo in considerazione. Però la responsabilità è nostra e per tale dobbiamo comportarci".
"Oggi è indispensabile aprire solo progressivamente. L'impazienza di tanti è comprensibile, tutti abbiamo voglia di riprendere una vita normale. Ci avviciniamo a essa passo per passo, le vaccinazioni avanzano, i test aumentano. Dobbiamo garantire prospettive a aziende e lavoratori ma palleggiare il virus. La situazione epidemiologica è fragile, le cifre iniziano a aumentare, le varianti si diffondono. Non possiamo ignorare ciò".
"I Paesi a fianco a noi hanno la stessa idea. In molti vorremmo metterci alle spalle la pandemia visto anche che arriva il bel tempo, però la responsablità, a livello di legge, è nostra".
"Il 12 marzo rianalizzeremo la situazione per capire se già il 22 marzo potremo avere delle nuove aperture e non al primo aprile. Sappiamo che in molti non saranno soddisfatti, però le aperture comportano rischi. Governare vuol dire prendere decisioni politiche secondo coscienza per la popolazione".
"Non ascoltiamo le consultazioni? La legge le prevede. Con esse riceviamo volta con volta le notizie, sia economiche che epidemiologiche. La consultazione ha portato a alcuni aggiustamenti, so che può essere frustante ma il nostro ruolo è scegliere in che direzione andare. La maggior parte dei Cantoni voleva riaprire la gastronomia però la legge diceva che non era possibile. Abbiamo preso in considerazione tutti i pareri, li abbiamo discussi, noi dobbiamo anche rispettare anche le leggi. Dove era possibile abbiamo fatto quanto ci è stato chiesto, come accorciare la seconda fase a tre settimane. Abbiamo soddisfatto le richieste sugli incontri all'esterno e sullo sport per i giovani. Dove non abbiamo fatto un'apertura è perchè non c'è per forza un'automazione fra quel che viene chiesto e quel che viene deciso".
Berset: "Le cifre non scendono più, le varianti preoccupano"
"Le cifre ora non scendono più, sono costanti. Anche i nostri vicini vivono la stessa situazione, si comincia a vedere una evoluzione di risalita che seguiamo molto attentamente. La causa sono le varianti, che sono il 60% di tutti i casi. Per ora non abbiamo ripercussioni sui ricoveri e sul tasso di mortalità, la campagna vaccinale è in corso per cui la situazione non è cattiva, ma da tempo sappiamo che l'inverno 20-21 sarebbe stato il periodo più difficile, fino almeno a marzo. Gli esperti ci avevano parlato di un amento delle varianti a fine gennaio e mi colpisce la loro precisione, sta avvenendo proprio così".
"L'autorizzazione delle riunioni all'esterno a 15 persone e l'ampliamento sino ai 20 anni per le manifestazioni sportive sono arrivate dopo la consultazione. Anche le biblioteche verranno riaperte, abbiamo scelto attiività à all'esterno o dove si possono garantire le sicurezze con mascherine e distanze. A livello economico riapriamo i negozi, che sono l'elemento più importante per la società".
"Abbiamo anticipato leggermente la data della seconda tappa, fissando una consultazione al 12 marzo per una decisione al 19 marzo. I criteri non sono cumulativi e automatici, devono permettere di vedere in modo trasparente come ci muoviamo, pensando ai vari tassi (incidenza, riproduzione, occupazione delle cure intense). Potremmo permettere di incontrarsi in 15 all'interno, per ora si può all'esterno".
"Per le terrazze dei ristoranti pensiamo a una riapertura ma dobbiamo capire se è possibile mantenere mascherine e distanze. Per la ristorazione la situazione è difficile, loro sono delle vittime, non è colpa loro. Ma il sostegno e l'aiuto economico sno fndamentale per accompagnare il settore. Le prospettive ora ci sono, auguriamoci che saranno possibili, dicendo che a partire dalla data X potremo riaprire. Ora è tutto instabile, come è successo nel 2020. Non abbiamo cominciato con la ristorazione a allentare allora, come non lo facciamo ora. Pensiamo che con gli aiuti sia sostenibile. Se sarà possibile proveremo a riaprire anche le sale interne".
"Sappiamo comunque che ci stiamo prendendo dei rischi con le concessioni di oggi, lo facciamo per l'economia e pr i giovani che sono molto toccati da quel che succede. Ci prendiamo la responsabilità, potremo mantenere e portare avanti gli allenamenti solo se la campagna vaccinale proseguirà".
"Non so se siamo alla fine della seconda ondata o all'inizio della terza, non sono un esperto. Temiamo che le cifre possano risalire, seppur in modo diverso rispetto a prima grazie ai vaccini. Se freniamo un attimo il tutto in caso di rialzo la situazione sarà più semplice. Non sono uno scienziato, sono molto umile, pronto a correggere il tiro se serve. Cosa succederebbe se perdessimo il controllo, come è successo a novembre? Ci è voluto tanto tempo per riprenderlo. Vale dunque la pena correre un rischio calcolato, osservando tutto giorno dopo giorno".
Per ora, dato che non tutti coloro che lo desiderano possono vaccinarsi, non ci saranno misure che permetteranno a chi ha già avuto il vaccino di avere delle condizioni diverse rispetto a chi ancora non è stato vaccinato: sarebbe come introdurre una discriminazione.