LUGANO - "Spiace che il compianto sindaco Marco Borradori non sia più qui ad accogliere la notizia, peraltro scontata, del decreto d’abbandono, dopo che si è dovuto sorbire sotto casa il corteo che sbraitava “Borradori a testa in giù”, scrive Lorenzo Quadri, commentando la notizia del decreto di abbandono che si prospetta per la demolizione dell'ex Macello.
"Viene così confermato quel che si sapeva fin dall’inizio. Ovvero che nell’iper-mediatizzata ed iper-pompata vicenda, di responsabilità penali del municipio non v’è traccia. Peraltro nessun municipale è mai stato imputato: 5 membri dell’esecutivo sono stati ascoltati come “persone informate sui fatti”, si legge dalle pagine del Mattino.
"Il decreto d’abbandono che verrà emesso asfalta, evidentemente, i Verdi, autori della denuncia farlocca per farsi propaganda elettorale. Ma è una batosta anche per i rossi, per i radical- chic e per tutti quanti hanno ingigantito a dismisura la vicenda di fine maggio nella speranza di sabotare il municipio. Già il fatto che, “grazie” alla stampa di regime, si parli - per drammatizzare - di “demolizione dell’ex macello” fa ridere i polli. Come tutti possono vedere, l’ex macello è ancora lì al suo posto. La demolizione ha interessato unicamente un annesso posticcio e fatiscente", prosegue Quadri.
Il Municipale leghista attacca la stampa che a suo dire ha "montato la panna" sostenendo le teorie della sinistra e sostiene: "La credibilità del municipio non è mai stata a rischio. La credibilità la perde chi presenta, a fini partitici, denunce penali taroccate che si sgonfiano come palloncini. E pertanto viene giustamente mazzuolato. Prendere su e portare a casa! L’Esecutivo avrebbe perso credibilità se avesse continuato a tollerare ad oltranza i vandalismi e le illegalità dei brozzoni. I Verdi, autori della denuncia penale farlocca, si sono dimostrati dei cattivi perdenti, accusando il Ministero pubblico di essere connivente con il municipio. Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Il Ministero pubblico l’hanno coinvolto loro. Però, visto che l’esito della vertenza non è funzionale alla loro politichetta, strillano al “gombloddo”.
Si chiede quanto è costata la vicenda giudiziaria e poi esprime il suo pensiero sul futuro degli autogestiti: "è chiaro che la città di Lugano ai molinari non deve mettere a disposizione nemmeno un pollaio. Se costoro vogliono una sede, se la andranno a cercare sul mercato e pagheranno un affitto".