di Massimiliano Robbiani*
Da un paio d’anni girava sui banchi de Gran Consiglio un’iniziativa presentata da Raoul Ghisletta che chiedeva di introdurre nella Legge sulla cultura una base legale per assicurare un finanziamento stabile all’Orchestra della Svizzera italiana (OSI) da parte del Cantone e da parte di tutti i Comuni ticinesi.
I dubbi mi sono sorti quando per finalmente riuscire a partorire un rapporto di maggioranza si sono presentate 14 versioni diverse in due anni con l’obiettivo di rastrellare consensi ovunque, salvo poi trovarci addirittura con 2 rapporti di minoranza, uno mio e l’altro dello stesso iniziativista Ghisletta che non è d’accordo con la maggioranza capitanata da Biscossa.
Mah, le vie del mondo socialista sono davvero infinite. Soprattutto, poi, quelle sindacali.
E guarda caso proprio poche ore prima del voto da parte del Gran Consiglio, Ghisletta fa il suo “coup de théatre” e ritira l’iniziativa. Chissà come mai?
Che sia anche perché ho personalmente rilevato un curioso conflitto di interesse fra Ghisletta parlamentare e Ghisletta sindacalista e l’ho segnalato all’Ufficio presidenziale del Parlamento?
In sostanza il conflitto d’interesse consiste nel fatto che il Sindacato VPOD ha stipulato con l’OSI il Contratto collettivo di lavoro e sul sito del Sindacato si legge che il signor Ghisletta è responsabile di settore: Impiegati statali, Orchestra della svizzera Italiana, Polizia, Tutori. Eticamente davvero poco sostenibile! In due anni ne ho sentite di cotte e di crude, ma il tocco finale del Ghisletta le batte tutte. La coerenza è sempre meno un affare dei socialisti! Ribadisco la convinzione che l’OSI svolga un ruolo culturale importante nel nostro Cantone. Ma le modalità scelte con questa iniziativa erano sbagliate nel fondo oltre che nella sostanza. Ad esempio, il confronto con il Locarno film Festival è impietoso: con un budget di 15 milioni di franchi quest’ultimo percepisce un contributo approvato dal Gran Consiglio di 3,4 milioni, a fronte di un indotto economico di grande rilevanza per l’intero Ticino. Il problema dell’equità di trattamento fra eventi ed istituti attivi con successo nel Cantone è uno dei due elementi negativi e non condivisibili di questa iniziativa.
Il secondo elemento assolutamente fuori luogo era all’astrusa imposizione a tutti i Comuni ticinesi dell’obbligo di finanziamento dell’OSI che introduceva un precedente impositivo che va a ledere l’autonomia dei Comuni e delle loro amministrazioni.
Non è compito del Cantone mettersi a negoziare questa cosa con i Comuni. Lo faccia l’OSI direttamente. O si metta Ghisletta a fare crowfunding invece che inventarsi iniziative farcite di conflitti di interesse personali.
*deputato Lega dei Ticinesi