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14.05.22 - 16:490

Oggetti in voto e motivazioni per il sì e per il no. Dal decreto Morisoli agli organi, cos'è il menù alle urne?

I ticinesi devono esprimersi su tre temi federali (Frontex, la legge Netflix e il consenso presunto alla donazione di organi) e su uno cantonale, il decreto per il pareggio dei conti dello Stato

BELLINZONA – Weekend di votazioni oggi in Ticino e in Svizzera. Alle urne nel nostro cantone un oggetto cantonale e tre federali.

Su che cosa si dovrà esprimere il popolo? A livello cantonale, sul cosiddetto decreto Morisoli, ovvero il “decreto legislativo concernente il pareggio del conto economico entro il 31 dicembre 2025 con misure di contenimento della spesa e senza riversamento di oneri sui Comuni”, a livello federale su quella che è stata definita legge Netflix, sulla legge sui trapianti (quella del consenso presunto) e sul recepimento del regolamento UE relativo alla guardia di frontiera e costiera europea.

Il decreto Morisoli

Si tratta di un decreto che vuole portare al pareggio di bilancio entro il 2025, da ottenere senza aumentare le imposte, contenendo la spesa e senza oneri da parte dei Comuni.

La maggioranza del Gran Consiglio ha votato sì. Essa ritiene che, come si legge sull’opuscolo informativo diffuso dal Cantone, “non taglia alcuna spesa e non riduce alcun aiuto rispetto a quanto in vigore oggi con le attuali leggi. La proposta in votazione mira, invece, a contenere la crescita delle uscite dello Stato, frenando l’aumento della spesa da qui al 2025”. Contesta chi afferma che ci saranno dei drastici tagli alla socialità, all’educazione, all’investimento o alla ricerca, dato che eventuali scelte di contenimento della crescita “saranno il frutto del processo decisionale del Consiglio di Stato e, laddove necessario e possibile, del Gran Consiglio”. Un sì permetterebbe anche di non aumentare le imposte.

I contrari, invece, che hanno raccolto le firme contro il decreto, temono tagli sulle case anziani, sulle cure a domicilio, sugli ospedali e sulle strutture sociali, peggioramenti nella scuola, nella cultura e nel[1]la formazione/ricerca universitaria, il degrado dei servizi fondamentali (es. giustizia, sicurezza, trasporti pubblici, protezione dell’ambiente)”. Il risanamento viene definito “ingiusto”, peraltro perché le eventuali decisioni del Governo non sarebbero referendabili e dunque il popolo non si potrebbe esprimere se non piacessero.

La legge Netflix

Se passasse il sì, i servizi di streaming, come appunto per esempio Netflix, dovrebbero  obbligatoriamente investire il quattro percento della cifra d’affari realizzata in Svizzera nella creazione cinematografica nazionale, tramite la partecipazione diretta alla produzione di film e serie svizzeri o sotto forma di tassa sostitutiva a favore della promozione del cinema svizzero, oltre che riservare il 30% del loro catalogo a film e serie prodotti in Europa. Tutto ciò è già valido per le emittenti nazionali.

Si vota perché contro questa modifica di legge è stato chiesto il referendum.

Il Consiglio Federale e chi sostiene il sì ritiene che la legge serva a colmare una lacuna e ad annullare una disparità di trattamento tra emittenti e servizi streaming.

I contrari invece temono un eventuale aumento delle tariffe e pensano sia ingiusto imporre il 30% di film e serie prodotti in Europa, col rischio di escludere il resto del mondo.

Recepimento del regolamento UE relativo alla guardia di frontiera e costiera europea (Sviluppo dell'acquis di Schengen)

Frontex è l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera e garantisce la protezione delle frontiere esterne dello spazio Schengen assistendo in merito gli Stati. L’UE la sta potenziando e la Svizzera vuole partecipare con un finanziamento.

Si va alle urne perché sono state raccolte le firme in un referendum.

Il Consiglio Federale chiede di votare sì, convinto che “Frontex sia importante per il controllo delle frontiere esterne e la sicurezza dello spazio Schengen. E questo è anche nell’interesse della Svizzera. Con la sua partecipazione a Frontex il nostro Paese si assume le sue responsabilità e fornisce un contributo all’organizzazione dell’Agenzia”. E pensa che in caso di no, la Svizzera rischia di essere esclusa da Schengen/Dublino.

I contrari invece ritengono Frontex corresponsabile di casi di violenza, miseria e morte alle frontiere esterne di Schengen e che per proteggere i rifugiati è necessario votare no.

Modifica della legge sui trapianti

L’ultimo oggetto in votazione riguarda il consenso dei possibili donatori alla donazione di organi. In pratica, si vorrebbe introdurre la regola secondo cui, se non c’è una dichiarazione che attesta il contrario, si riterrà che la persona deceduta sia d’accordo all’espianto a fini di donazione dei propri organi. Solitamente, ora se non c’è qualcosa di scritto a decidere sono i parenti. Adesso si passerebbe a una sorta di consenso presunto.

Il Consiglio Federale opta per il sì, conscio dell’importanza della donazione di organi e di renderla accessibile al maggior numero di persone possibile, aumentando gli organi stessi che possono essere trapiantati. La soluzione del consenso presunto attenuerebbe la pressione sui congiunti pur coinvolgendoli.

I contrari invece sostengono che ci sarà sempre qualcuno che non sarà a conoscenza del fatto che dovrà lasciare una dichiarazione scritta dove manifesta la sua opposizione all’espianto, causando quindi casi di  violazione del diritto all’autodeterminazione e all’integrità fisica.

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