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TiPress/Alessandro Crinari
Politica
08.02.23 - 09:120

Gli Usa attaccano la Svizzera: “Così ricicla il denaro russo”. E il 'Corsera' spiega i meccanismi

Le accuse degli States e le classifiche (inattendibili) sulla trasparenza. L’analisi del Corriere della Sera

Riportiamo di seguito l’articolo firmato il 6 febbraio da Federico Fubini  sul Corriere della Sera

"La scorsa settimana Transparency International ha pubblicato il suo seguitissimo “Corruption Perception Index”. E mi sono fatto una risata (ci voleva). Non tanto perché l’Italia è “percepita” come più corrotta del Qatar, forse perché noi non saremo mai così abili da costruire una struttura di tangenti come quella che ha avviluppato il parlamento europeo. Piuttosto, è la Svizzera che ha attratto la mia attenzione: settima al mondo, su 180 Paesi, per livello di trasparenza e protezione dalla corruzione. In poche parole, settima per virtù. Davvero?


Il prossimo incontro tra Usa e Svizzera

L’amministrazione di Joe Biden, almeno lei, non sembra di quest’idea. Per quel che sento da ambienti di Washington, all’ambasciatore americano a Berna Scott C. Miller sono state date istruzioni di porre domande scomode nel prossimo incontro che avrà con il governo elvetico. Argomento: il riciclaggio del denaro russo nelle banche della Confederazione. Non si parla qui tanto del quadro generale secondo cui – spiega l’Associazione dei banchieri svizzeri – il Paese ospita fino a 213 miliardi di dollari di depositi russi. Di questi solo otto miliardi circa sono stati congelati (con ritardo sulle mosse delle altre democrazie), il che solleva curiosità sui beneficiari di quel 96% del denaro russo nelle banche elvetiche che resta al di sopra di ogni sospetto, libero e indisturbato. Ma appunto no, l’ambasciatore Scott Miller non affronterà i temi generali. Andrà sul particolare: a muoverlo è una lettera che il senatore (repubblicano) Roger Wicker, co-presidente della Helsinki Commission del Congresso sulla sicurezza, ha appena mandato al segretario di Stato americano Antony Blinken. Ne riporto alcuni passaggi (sotto una copia della lettera), per poi trarre una lezione sulle conseguenze economiche della guerra in Europa. Con la crisi del gas abbiamo capito come essa sia un rivelatore delle nostre contraddizioni: ci ha obbligati a riconoscere quanto fosse ottusa la scelta di dipendere tanto da Mosca. Ora però la guerra inizia a mettere a nudo come anche nel sistema finanziario abbiamo fatto finta di non vedere certe storture paradossali.

La lettera

Scrive il senatore Wicker al segretario di Stato Blincken: «I tribunali svizzeri di recente hanno approvato il piano del loro governo di rispedire milioni di dollari, da fondi congelati, a cittadini russi dotati di stretti legami con il regime di Putin. Questi fondi – che in totale valgono 230 milioni di dollari – sono stati svelati quali frutto di frode da Sergey Magnitsky prima che questi fosse assassinato per aver portato alla luce tale atto di corruzione». Continua il senatore Wicker: «Due delle tre persone che riceveranno i fondi dalla Svizzera sono nella lista del programma di sanzioni ‘Magnitsky’, lo strumento principale del governo degli Stati Uniti per affrontare la corruzione e le plateali violazioni dei diritti umani». Appunto, quei beneficiari dei fondi depositi in Svizzera sono nella lista dei nomi sotto sanzioni, prosegue Wicker, «per il loro ruolo nella tortura e nell’assassinio di Magnitsky stesso. Le due persone sono anche state messe sotto sanzioni da parte della Gran Bretagna, del Canada e dell’Australia». Quando al terzo beneficiario, si legge sempre nella lettera del senatore americano, «si tratta del figlio di un alto funzionario russo e ha pagato sei milioni di dollari di transazione al Dipartimento di Giustizia americano per fermare un’inchiesta sul suo ruolo nel caso Magnitsky». Conclude Wicker: «La decisione della Svizzera di restituire proventi illeciti ai responsabili di un crimine emblematico del regime di Putin rappresenta un affronto ai nostri sforzi».

I soldi rimandati indietro agli oligarchi russi (dalla Svizzera)

Questa vicenda, consumatasi nel mese di novembre scorso, l’ho raccontata sul Corriere (qui l’articolo in inglese). Dopo dieci mesi di un’aggressione atroce c’era chi nei tribunali elvetici decideva a favore degli scherani e complici di Putin. E il caso rientra in un quadro generale. Sapete su che base i giudici svizzeri hanno deciso di rimandare i soldi a quei personaggi in Russia? Si sono appellati al cosiddetto “metodo proporzionale” raccomandato dall’Ufficio del procuratore federale elvetico. Ed esso è così illogico che ci ho messo settimane a capire come funzionava. Provo a riassumere, perché può spiegare tanti problemi di riciclaggio in certe banche danesi, estoni o cipriote. Chi pratica la ripulitura di proventi illeciti a livello internazionale infatti non fa mai bonifici diretti – poniamo – da Mosca a Zurigo. Piuttosto spedirà una somma da Mosca a una piccola banca dei Paesi baltici (esempio arbitrario), dove la mischierà con altri fondi di origine incerta. Da lì manderà il tutto verso un secondo conto a Cipro (altro esempio), dove si mescoleranno ancora e partiranno per un terzo conto a Vanuatu. Infine da Vanuatu la nuova somma atterra a Zurigo. Questo lungo giro non serve solo a confondere le tracce, rendendo difficile stabilire l’origine del flusso. Serve anche a ridurre il rischio di sequestro del denaro sporco da parte della Svizzera, qualora l’autorità giudiziaria dovesse eccepire su qualcosa.

Il “metodo proporzionale”

Il tutto avviene grazie al “metodo proporzionale” del Procuratore federale elvetico. Ecco di che si tratta. Immaginate che, in cento milioni provenienti dalla Russia, dieci siano palesemente “sporchi” e novanta di fonte incerta (dunque considerati “puliti”). Dopo il primo passaggio da un conto all’altro, il Procuratore federale svizzero considera sequestrabile il 10% dalla somma trasferita: dieci milioni sicuramente sporchi su cento, ad esempio. Ma al secondo passaggio, il “metodo proporzionale” dell’Ufficio del Procuratore federale elvetico prevede di rendere sequestrabile un altro 10%... del 10% già soggetto a sospetti. In altri termini non sono i dieci milioni “sporchi” a essere sempre considerati da congelare con il trasferimento da un conto all’altro. Dopo due passaggi fra conti solo l’1% della somma (il 10% del 10%...) è sequestrabile e dopo tre passaggi solo lo 0,1% (il 10% del 10% del 10%). Se vi sentite confusi, vi capisco: questo sistema non ha senso e contraddice gli standard internazionali. Dice Mark Pieth, già capo della sezione sulla criminalità organizzata economica dell’Ufficio federale di Giustizia svizzero e già membro della Task Force internazionale sul riciclaggio: «Il metodo adottato favorisce i riciclatori che usano strutture più complesse».

Banche di transito di riciclaggio

In sostanza, in base al “metodo proporzionale” delle autorità della Confederazione, il criminale sa che più triangola il denaro in giro per il mondo prima di farlo atterrare a Zurigo o a Ginevra, meno sarà soggetto a sequestri in caso di contestazioni. Così, dopo tre o quattro passaggi, chi ha ripulito i propri fondi sporchi in Svizzera rischia, alla peggio, di perdere una minima frazione. Ecco perché quei tre russi sotto sanzioni hanno riavuto da un Tribunale elvetico parecchi milioni delle loro somme frutto di frodi. Oltretutto è un sistema criminogeno: incoraggia la nascita, fuori dalla Svizzera, di un’intera industria di banche di transito del riciclaggio. Proprio in dicembre scorso Danske Bank, prima banca danese, ha avuto una multa di 470 milioni di euro per il riciclaggio di circa duecento miliardi – in gran parte russi – fra il 2007 e il 2015 presso una sua filiale estone. Le autorità di Copenaghen hanno deciso la maxi-multa con anni di ritardo, solo quando Danske ha sborsato due miliardi di dollari negli Stati Uniti per fermare le accuse (a proposito: la Danimarca è prima al mondo per “virtù” nella classifica di Transparency International, evvai).

Il settore finanziario in Svizzera

Il “metodo proporzionale” è una specialità unica della Svizzera come il cioccolato o gli orologi. Il sistema è marcio fino al midollo ed è completamente permeato nel suo establishment delle autorità di polizia e giudiziarie», accusa l’investitore Bill Browder (per il quale lavorava Magnitsky, l’avvocato assassinato a Mosca dopo aver svelato alcune frodi).
I recenti accordi sulla fine del segreto bancario con l’Europa dunque sono solo una facciata, o la parte presentabile della realtà. Personalmente conosco molti professionisti onesti e di talento che lavorano nel settore finanziario in Svizzera con grande correttezza. Conosco lì istituzioni pubbliche e private ineccepibili. Ma, come in Italia, c’è anche il resto. E la guerra in Ucraina è uno specchio che ci mette davanti i dettagli di noi stessi sui quali l’occhio prima non si era mai soffermato abbastanza.

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