BELLINZONA - Strutture sportive e aggregative per combattere il disagio dei giovani, dilagato e diventato preoccupante dopo la pandemia. Lo chiedono in una articolata mozione, dove portano una serie di dati allarmanti, Nicola Pini e Alessandro Speziali del PLR.de
A loro avviso, "una delle politiche giovanili più efficaci e lungimiranti – guardando anche alle esperienze in Svizzera e altrove – è quella delle infrastrutture destinate alle esigenze e alle passioni delle ragazze e dei ragazzi. Parliamo di strutture sportive, ricreative e aggregative. Spazi di ritrovo, di scambio, di divertimento, di sfogo e di crescita fondamentali: non a caso in molti Paesi lo Stato ha deciso di investire in queste strutture o migliorare l’utilizzo di quelle già esistenti, poiché spesso offrono orari e tempi di utilizzo piuttosto ristretti". Fanno anche notare come "la risoluzione del Consiglio cantonale dei giovani del 2021, nella quale si notava una carenza di impianti sportivi dove praticare liberamente sport e parchi pubblici".
Dunque, la richiesta è la seguente: "I sottoscritti Deputati, convinti dell’importanza di investire nei giovani, chiedono dunque al lodevole Consiglio di Stato di coinvolgere i principali attori interessati ed elaborare – sulla base di un’analisi della situazione attuale e di una comparazione quantitativa e qualitativa della situazione ticinese rispetto agli altri Cantoni – un piano di azione con l’obiettivo di garantire e migliorare le infrastrutture (sportive, ricreative e aggregative) a disposizione dei giovani nel nostro Cantone, suddividendo le misure a seconda delle competenze cantonali e comunali. Nel breve termine, si invita invece il lodevole Consiglio di Stato a emanare una direttiva cantonale per cui, in presenza di una minima richiesta, le strutture sportive, ricreative e aggregative di proprietà cantonale (campetti, aree di gioco, palestre eccetera) possano essere messi a disposizione di giovani e famiglie alla sera, nei fine settimana e giorni festivi, invitando i Comuni a comportarsi analogamente".
Ma a allarmare sono i dati che riportano, relativi alla condizione dei giovani a seguito della pandemia e delle sue misure. EccolI: "Secondo l'edizione 2023 «Barometro delle generazioni», relizzato dall'istituto Sotomo su un campione di poco meno di tremila persone in tutta la Svizzera, nel 2021 il 43% dei giovani tra i 18 e i 25 anni vedeva per sé un futuro (piuttosto) positivo, ma un anno dopo la percentuale è scesa al 19%. Un'indagine UNICEF sulla salute mentale, nel 2021, segnalava problemi per il 37% dei giovani svizzeri tra i 14 e i 19 anni. Solo il 3% degli intervistati dichiarava di essersi rivolto a professionisti, mentre quasi il 30% diceva di non averne mai parlato con nessuno. Nei due anni pandemici, le ospedalizzazioni legate a problemi psichici di ragazze e giovani donne, tra i 10 e i 24 anni, sono aumentate fino al 26%. Nel solo 2021, 458 ragazze di età compresa tra i 10 e i 14 anni sono state ricoverate in ospedale per autolesionismo o tentativi di suicidio – il 60% in più rispetto al 2020. A livello svizzero, nel 2022 il volume di lavoro della linea telefonica di Pro Juventute è aumentato del 40%. È stato necessario allertare 161 volte i partner sanitari e la polizia per impedire un suicidio, quasi il triplo rispetto ai 57 casi del 2019. In Ticino, dal 2018 al 2022, i ricoveri di «under 25» alla clinica psichiatrica Santa Croce di Orselina sono più che raddoppiati, da 112 a 231 (con un balzo da 28 a 63 fra i minorenni). In precedenza, tra il 2012 e il 2018, il tasso di pazienti dai 0 ai 18 anni trattati in ambulatori del nostro Cantone da psichiatri o psicoterapeuti era aumentato del 42,7%, mentre quello di ospedalizzazione di questi pazienti era cresciuto del 27,7%".
Numeri impressionanti, che fanno dire a Pini e Speziali che le misure in pandemia da un lato hanno salvato vite ma dall'altro hanno esacerbato problematiche e debolezze già presenti. "Sono il ritratto di una generazione che – se non si inverte la tendenza – si troverà sempre più in difficoltà, anche dalle conseguenze più estreme. Come se questo già non bastasse, ricerche come il già citato «Barometro delle generazioni» mettono in evidenza che i diretti interessati percepiscono l'esistenza di un fossato che le divide dalle persone più adulte, rispetto alle quali si sentono nettamente sfavorite: un sentimento che non contribuisce di certo allo sviluppo di una società coesa", scrivono.
"La politica ora deve dimostrarsi capace di attuare le necessarie contromisure, che non si limitino alla gestione dell’emergenza e all’intervento socio-sanitario, andando oltre alla repressione delle manifestazioni violente, al contenimento del disagio e all’azione dei pur necessari operatori sociali e di strada, lavorando a una politica giovanile a 360 gradi: un mosaico composto da tante tessere concrete e realizzabili", auspicano.