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Politica
12.10.23 - 11:530

"Almeno il 40% degli impianti fotovoltaici devono essere di produzione svizzera o europea"

I Verdi sottolineano le buone intenzioni verso lo sviluppo dell'uso dell'energia solare, ma come al contempo si dipenda troppo dall'industria straniera, soprattutto cinese. "Serve un Green Deal, non sprechiamo l'occasione"

BELLINZONA - La Svizzera e il Ticino devono impiegare risorse nella produzione in loco di ciò che serve per creare energia solare, altrimenti la dipendenza da aziende estere, in particolare cinesi, può diventare un problema. Lo chiedono i Verdi, auspicando un Green Deal per l'industria fotovoltaica made in Svizzera.

"Per realizzare la transizione energetica, la produzione di energia solare in Svizzera deve essere ampliata in modo massiccio. L'iniziativa solare lanciata dai Verdi Svizzeri guiderà questa espansione", si legge in un comunicato.

C'è però, nonostante le buone intenzioni, un problema: "Nel settore dei pannelli solari, tuttavia, vi è una forte dipendenza da aziende estere in particolare cinesi, e in prospettiva anche da quelle americane o indiane. La quota della Cina in tutte le fasi di produzione dei moduli solari (polisilicio, lingotti, wafer, celle e moduli) supera l'80% . La produzione in Europa è quasi scomparsa. Il motivo: prezzi da dumping dovuti a distorsioni del mercato indotte dalla Cina Gli Stati Uniti con "Inflation Reduction Act", e l'Unione Europea con "Green Deal Industrial Plan" e con il "Net Zero Industry Act", hanno riconosciuto da tempo che questa dipendenza rappresenta un rischio strategico. Soprattutto gli Stati Uniti, stanno investendo massicciamente nell'espansione e nello sviluppo della propria produzione fotovoltaica. L’Europa chiede che entro il 2030, il 40% delle tecnologie necessarie per raggiungere gli obiettivi energetici e climatici, sia prodotto in Europa".

Secondo i Verdi, "nel frattempo la Svizzera dorme" e i deputati e deputate in Consiglio Nazionale "per ridurre questa dipendenza pericolosa per la transizione energetica e per rafforzare la sicurezza nell’approvvigionamento di materiale per la costruzione di impianti fotovoltaici, nei giorni scorsi hanno presentato diversi atti parlamentari volti a salvaguardare le capacità produttive esistenti e consentirne una graduale espansione. L'obiettivo essenziale è quello di compensare le distorsioni del mercato create dalla Cina nei confronti delle aziende svizzere ed europee".

La richiesta è che "anche il Ticino faccia la sua parte contribuendo al valore aggiunto locale della filiera fotovoltaica svizzera e europea, valorizzando le importanti ricerche di punta e le eccellenze di istituti nel nostro paese come per esempio la SUPSI, le EPFL e il CSEM, in primo luogo favorendo l’insediamento di aziende in grado di produrre su suolo svizzero e ticinese gli impianti fotovoltaici ( o parte di essi), in secondo luogo favorendo l’acquisto di impianti fotovoltaici di produzione svizzera e/o europea da parte del settore pubblico e delle aziende elettriche in mani pubbliche del nostro paese (partendo dall’Azienda Elettrica Ticinese)".

L’obiettivo finale è chiaro: "si faccia in modo che almeno il 40% degli impianti fotovoltaici, in Ticino e in Svizzera, siano di produzione svizzera e europea. L’occasione non può essere sprecata".

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