BELLINZONA – Un punto di dialogo con il Governo. È l’obiettivo dei sindacati OCST, SIT-VPOD a quasi una settimana dall’importante sciopero dei dipendenti pubblici del 29 febbraio. I sindacati hanno impugnato carta e penna e inoltrato una richiesta di incontro al Consiglio di Stato ticinesi.
“Dopo l’enorme dissenso dimostrato da migliaia di dipendenti pubblici con la manifestazione e lo sciopero del 29 febbraio 2024, con la presente gli scriventi sindacati vi chiedono un incontro per discutere le seguenti richieste volte a trovare un punto di incontro sulle questioni in sospeso”.
Nella lettera vengono elencati anche i possibili temi di discussione. “Relativamente alla richiesta di riconoscimento del carovita integrale per il 2024, per avvicinare le posizioni nella discussione, chiediamo quanto meno l’impegno del Governo a prevedere un'indicizzazione degli stipendi della scala cantonale in base al carovita maturato nel 2023 a partire dal 1.1.2026”.
E ancora: “Impegno a riconoscere l’indennità di 400 franchi e due giorni di libero al settore sociosanitario e universitario contratualizzato con il Cantone, tramite messaggio urgente che chieda il relativo credito al Parlamento, questo per evitare una crassa disparità di trattamento tra personale pubblico e parapubblico”. Ma non solo. I sindacati chiedono la “sospensione dell’attuazione della riduzione del 20% del personale partente nei settori non PPA in attesa dell’evasione del ricorso pendente al Tribunale federale”.
L’ultimo punto in sospeso riguarda “la garanzie che nel Preventivo 2025 non vi saranno misure di risparmio sui dipendenti pubblici e sui contributi al settore sociosanitario e socioeducativo”.