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09.06.24 - 16:030
Aggiornamento: 17:39

No alla Cittadella della giustizia, sì a riforma fiscale e cassa pensioni, le reazioni dei partiti

Le note di PLR, Lega, Centro, UDC e Comitato stop ai tagli sulle votazioni cantonali odierne

La nota stampa del PLR

Il SI odierno alla riforma fiscale rappresenta un colpo di mano concreto al ceto medio, sempre più sotto pressione per l’aumento del costo della vita. È una riforma che va a beneficio di tutti, dai lavoratori ai pensionati, dalle famiglie ai piccoli artigiani. Grazie alle misure accettate oggi, aumenteranno le deduzioni fiscali per spese professionali, diminuirà la tassazione del capitale di previdenza per i neo pensionati, verrà favorita la successione aziendale e migliorerà l’attrattività del Ticino per le persone con redditi elevati, che contribuiscono in modo importante al gettito fiscale cantonale. Ma soprattutto non aumenteranno le imposte in modo generalizzato.

SI alle misure di compensazione per le rendite pensionistiche IPCT: un compromesso adeguato I ticinesi lo hanno capito. Le misure di compensazione per le rendite pensionistiche IPCT non sono soldi gettati al vento, perché le condizioni previdenziali attuali per gli oltre 17mila assicurati sono nella fascia medio-bassa rispetto ad altre casse pubbliche in Ticino e in Svizzera. E il necessario abbassamento del tasso di conversione avrebbe portato l’IPCT a dover ridurre notevolmente le prestazioni ai futuri pensionati, andando ad incidere in particolare sui salari più bassi. Il compromesso adeguato tra Stato e sindacati, approvato oggi sul filo di lana, ha dato i propri frutti e come PLR ci auguriamo che non sia un caso isolato, soprattutto pensando alle imminenti sfide per le casse cantonali.

NO all’acquisto del nuovo palazzo di giustizia: il terzo potere dello Stato resta senza casa Per il Ticino, è un’occasione persa; per l giustizia ticinese, una brusca frenata nei suoi processi di riorganizzazione logistica e operativa. E per il PLR il mancato acquisto dello stabile EFG a Lugano per la nuova cittadella della giustizia si rivelerà presto la classica occasione persa. Tocca al Dipartimento delle Istituzioni e al fronte dei contrari proporre soluzioni praticabili e concrete a corto termine. La nostra giustizia merita spazi adeguati e attende soluzioni concrete e percorribili da troppo tempo.

La nota della Lega

IPCT: SI La Lega dei Ticinesi ne prende atto

La vittoria implica che il piano previdenziale IPCT verrà migliorato, con un maggior costo annuo per il Cantone e gli enti affiliati di 21.8 Mio CHF. Il CdA di IPCT ha già detto che "le decisioni relative alle misure di competenza del CdA di IPCT sono di principio già state prese e verranno implementate formalmente nel regolamento di previdenza nei mesi seguenti la votazione, a dipendenza dell'esito di questa". In pratica, con un Sì il CdA di IPCT si sentirebbe autorizzato a spendere subito i 293 milioni dell'accantonamento, tramite "attribuzione individuale di supplementi di avere di vecchiaia", ovvero un regalo agli assicurati. Vista la situazione finanziaria disastrata di IPCT, bisognerebbe fare tutta la pressione possibile affinché il CdA non si senta autorizzato a spendere questi soldi ma che porti una responsabilità per le proprie azioni.

Bisogna dire chiaramente che se spenderanno questi soldi liberamente e poi la cassa nei prossimi anni verrà di nuovo a chiedere ulteriori mezzi per il risanamento (cosa probabile), allora sapremo chi saranno i responsabili. La Lega tiene agli assicurati dell’IPCT, funzionari cantonali in primis, e le cause di questo disastro vanno cercate nella gestione fallimentare della partitocrazia che non ha mai voluto affrontare per tempo il cambio di passo che la Lega aveva chiesto già oltre 20 anni fa. Visto che non riusciremo a impedire che questi soldi li spendano, l'alternativa da proporre sarebbe quella di utilizzarli non per attribuire dei capitali individuali supplementari bensì per attribuire delle rendite "supplementari", da poter interrompere nel caso in cui la situazione della cassa peggiori ulteriormente. Un esempio di questo tipo di rendite è offerto dalla CPE (Cassa Pensione delle aziende elettriche), alla quale sono affiliate molte aziende e comuni ticinesi (AET, SES, Ofima, Bellinzona, Biasca, Ascona, ...).

Riforma fiscale: SÌ

La Lega dei Ticinesi – che fin dalla sua nascita ha sostenuto, anche tramite numerose iniziative popolari, una politica di sgravi fiscali per tutti - si rallegra per l’approvazione della riforma fiscale, la cui portata è peraltro assai modesta, e pertanto inversamente proporzionale alle polemiche ideologiche scatenate dai contrari, ovvero dagli esponenti politici e mediatici della sinistra tassaiola.

Grazie a questa “riformetta”, i ticinesi non dovranno subire un aggravio fiscale del 3% (aggravio che era invece l’obiettivo di rossoverdi e dintorni). Inoltre, la fiscalità ticinese per i redditi alti rientrerà nella media nazionale. In questo modo si eviteranno le fughe di buoni contribuenti dal nostro Cantone e sarà più facile attirarne di nuovi, i quali porteranno gettito e posti di lavoro, a vantaggio sia dell’erario che dell’occupazione in Ticino. Inoltre verrà stoppato il fenomeno dell’emigrazione dei ricchi pensionati che ritirano il capitale previdenziale. Va pure considerato che una bocciatura della riformetta avrebbe fatto da apripista ad ulteriori aggravi fiscali a carico del ceto medio e delle PMI: uno scenario del tutto inaccettabile per la Lega.

Cittadella della giustizia: NO

La Lega dei Ticinesi prende atto della bocciatura dell’acquisto dello stabile EFG per insediarvi la “cittadella della giustizia”. Significa che, per Parlamento (che ha aderito al referendum obbligatorio) e al Popolo, la Giustizia cantonale non è meritevole di godere di questi investimenti e spese. Il messaggio del Popolo è quindi chiaro: meno entrate, meno uscite!

Il commento del Centro

L’esito di questa domenica di votazione è stato parzialmente positivo per il Centro. In particolare si esprime soddisfazione dell’accoglimento in Ticino dell’iniziativa popolare promossa dal nostro partito e denominata “Per un freno ai costi” nel settore sanitario, nonostante praticamente tutte le forze politiche, il governo e le lobby della sanità l’avversassero.

Purtroppo a livello federale ha prevalso in modo importante il sentimento di paura e di insicurezza generato dai contrari, in particolare dalle potenti lobby legate al settore sanitario, che hanno investito nella campagna oltre 3 milioni di franchi. Il risultato dell’iniziativa non può comunque essere interpretato come un disinteresse del popolo svizzero verso i costi del sistema sanitario. La politica federale dovrà ora vigilare sull’applicazione del controprogetto indiretto adottato dalle Camere in parziale risposta all’iniziativa del Centro.

Il Centro sarà nuovamente attivo su questo fronte, formulando proposte che sappiano raccogliere un maggiore consenso. È evidente a tutti che il continuo aumento dei costi sanitari, e la relativa esplosione dei premi di cassa malati, non sono più sostenibili e rischiano di minare in profondità la coesione sociale del nostro Paese.

(...)

Per quanto riguarda i temi cantonali, il Centro apprende con soddisfazione che il popolo ticinese (50,5% di favorevoli) intende sostenere le pensioni degli impiegati pubblici ticinesi con una soluzione basata sul principio della simmetria dei sacrifici tra datore di lavoro e dipendenti. Si tratta di un tema apertamente sostenuto dal Centro motivato da vari argomenti e, non da ultimo, con il fine ultimo per sostenere il potere d’acquisto di ticinesi che sono a grandissima maggioranza residenti in Ticino.

Sull’acquisto dello stabile EFG il partito si era espresso in commissione della Gestione e a più riprese sulla stampa sulle priorità in questo momento di ristrettezze finanziarie; l’esito popolare è chiaro (59,47% di contrari) e di questo bisognerà tenerne conto. Sul voto dei ticinesi ha probabilmente pesato una visione della Giustizia limitata all’aspetto immobiliare, senza alcuna riflessione degna di questo nome sugli aspetti organizzativi e delle risorse umane, tanto è vero che la tanto decantata riforma “Giustizia 2018” è ancora al palo, nonostante siano trascorsi oltre 10 anni dai primi roboanti annunci.

Il Centro è disponibile a entrare in materia dei necessari miglioramenti logistici ma chiederà che i soldi risparmiati con il mancato acquisto e ristrutturazione dello stabile EFG siano almeno in parte destinati al potenziamento delle autorità giudiziarie, in particolare quelle che da tempo segnalano una sotto-dotazione degli effettivi, con conseguenze negative per il funzionamento della giustizia in Ticino.

Sulla riforma fiscale il Centro prende atto che la popolazione ticinese ha accolto le proposte di modifica in discussione. La campagna di voto è stata incentrata sulla necessità di non aumentare le imposte alla popolazione a 2 Partito il Centro 6500 Bellinzona Segretaria cantonale Federica Galfetti seguito dell’aumento del 3% del coefficiente cantonale. Il voto ha quindi soprattutto segnalato la necessità di tutelare il potere d’acquisto dei ticinesi. Il Centro vigilerà quindi affinché in sede di Preventivo non siano adottate misure che compromettano questa volontà. Inoltre, dato che la riforma fiscale non contiene praticamente alcuna misura a favore del ceto medio, nelle prossime settimane il Centro promuoverà delle proposte fiscali anche a favore di queste categorie della nostra popolazione.

Il commento dell'UDC

Con soddisfazione l’UDC prende atto che i contribuenti ticinesi hanno, ancora una volta, confermato di non accettare ulteriori aggravi fiscali. Ora la politica, Consiglio di Stato in primis, deve finalmente giocare un ruolo attivo e procedere come già indicato in precedenza dal popolo ticinese, nel mettere in atto il Decreto Morisoli e incamminarci così verso il risanamento dei conti pubblici.

Con preoccupazione, invece, il partito osserva che i ticinesi hanno dato seguito, seppur con una minoranza risicatissima, alle misure di compensazione dell’IPCT in favore dei dipendenti pubblici, una scelta che l’UDC accetta, ma che avrà certamente delle conseguenze sulle tasche dei contribuenti.

Ricordiamo inoltre che se i cittadini hanno potuto esprimersi sulle misure di compensazione IPCT e sullo stanziamento del credito per l’acquisto e la ristrutturazione dello stabile ex Banca del Gottardo è grazie al referendum finanziario obbligatorio voluto fortemente da UDC, Lega e altri sostenitori politici. Il popolo ha dimostrato, in particolare con l’acquisto dello stabile EFG che il Parlamento aveva adottato una scelta sbagliata.

Il Sì alle misure di compensazione IPCT espresso dal popolo ticinese purtroppo genererà sempre più una netta differenza tra chi lavora nello Stato – con i privilegi ad essi concessi – e chi lavora nel privato. La forza messa in campo dai partiti PLR, Il Centro, il PS, Verdi e partiti minori di sinistra, assieme ai 17'000 affiliati, hanno in qualche modo contribuito a questo risultato. I partiti di Governo, esclusa la Lega, grazie a questo voto potranno così rimandare il risanamento dell’IPCT alla prossima generazione, scaricandole le loro palesi responsabilità di questo disastro. L’UDC è consapevole che la colpa della disastrosa situazione in cui versa l’IPCT, con una sottocopertura di circa 3 miliardi di franchi, non è imputabile agli affiliati – in particolare quelli più giovani – semmai alla politicizzazione della cassa da parte degli stessi partiti che si sono spesi per spennare nuovamente i ticinesi con un ulteriore contributo annuale.

L’UDC intende comunque approfondire il tema e valutare possibili soluzioni da proporre per risanare l’IPCT, non escludendo pure la rivalutazione dei cosiddetti diritti acquisiti di una generazione di Unione Democratica di centro Sezione Ticino pensionati pubblici che beneficia di prestazioni che ha solo in minima parte contribuito a pagare.

Con il Sì alla modifica della legge tributaria i ticinesi hanno fatto un passo importante per rendere il Ticino più competitivo e avvicinarlo così alla media degli altri Cantoni svizzeri. Grazie alla riforma, il nostro Cantone evita un aumento di 3 punti percentuali delle imposte per i propri cittadini ed è inoltre un passo avanti verso una maggiore attrattività dal punto di vista fiscale. La sinistra, così come le varie associazioni sindacali, che vorrebbero invece un Cantone ancora più tassaiolo e vessatorio, escono con le ossa rotte.

L’UDC si ritiene soddisfatta della bocciatura dello stanziamento di un credito di oltre 80 milioni di franchi per l’acquisto e la ristrutturazione dell’edificio ex Banca del Gottardo. I cittadini hanno rifiutato di sperperare denaro pubblico e questo spingerà il Governo a trovare un valore di acquisto più adeguato per la nuova sede logistica della Giustizia ticinese. La gestione del dossier si è rivelata da subito lacunosa e approssimativa, evidenziando ancora una volta l’attitudine dei partiti di Governo - questa volta ahimé inclusa la Lega – nello sperperare i soldi dei contribuenti anche quando vengono rubricati sotto la voce investimenti. L’UDC, con altri piccoli partiti, è stata capace di convincere i cittadini, che hanno confermato che sono stufi di una politica che scialacqua i soldi dei contribuenti con particolare facilità.

Il commento alle votazioni del Comitato Stop ai tagli

Il Comitato Stop ai tagli, riunito oggi a Bellinzona, esprime profonda delusione per l’approvazione della modifica della legge tributaria. La narrazione del “meno imposte per tutti” dei favorevoli ha fatto breccia tra la popolazione, preoccupata per il suo potere d’acquisto.

Il Comitato è molto deluso dal fatto che la narrazione del fronte favorevole del "meno imposte per tutti" abbia trovato ampio sostegno nella cittadinanza, preoccupata per il suo potere d’acquisto. In realtà le conseguenze del voto odierno saranno altre, con numerosi Comuni che hanno già annunciato che dovranno aumentare il moltiplicatore comunale per compensare le minori entrate. Inoltre questa decisione rende ancora più fragili le finanze pubbliche e rischia di compromettere seriamente il buon funzionamento del nostro servizio pubblico.

Il SÌ odierno apre così la porta a ulteriori tagli nel preventivo 2025: una significativa fetta della popolazione dovrà pagarne le conseguenze negative, mentre pochi privilegiati beneficeranno degli sgravi fiscali. Un risultato che rischia di aumentare il senso di ingiustizia e frustrazione in un’ampia parte della cittadinanza. Nonostante questa sconfitta, il Comitato Stop ai tagli intende continuare il suo impegno a difesa di un servizio pubblico forte e finanziato in maniera solidale, confermando che non intende accettare passivamente ulteriori tagli ingiusti e miopi nel preventivo 2025, né ulteriori sgravi a chi non ne ha bisogno.

Il Comitato Stop ai tagli ringrazia tutti coloro che hanno sostenuto la causa e si impegna a continuare a lavorare per un Ticino che metta al primo posto la giustizia sociale e la solidarietà.

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