BELLINZONA – Stimolanti per l’erezione, farmaci per inibire la fame, sonniferi e tranquillanti, anche medicine contro il Covid. Swissmedic ha diffuso i dati relativi alle importazioni di farmaci illegali, in aumento in Svizzera. Ne abbiamo parlato col farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, che analizza il fenomeno e mette in guardia sui rischi.
Nel 2021 infatti i sequestri sono stati 9'421, contro 6'733 dell’anno precedente. Si tratta soprattutto di intermediari criminali polacchi che offrono prodotti provenienti dall’Asia (leggi qui).
Solo da pochi anni vendere medicamenti attraverso Internet viene perseguito con gli stessi strumenti usati per combattere la diffusione di stupefacenti. Dunque, il commercio di farmaci illegali online era un mercato redditizio e relativamente semplice da mettere in pratica, soprattutto visto che si parla di criminalità internazionale. La convenzione Medicrime, firmata a livello internazionale, permette agli stati di unirsi per contrastare la contraffazione di medicamenti e l’importazione degli stessi.
Giovan Maria Zanini, lavorare sulla cooperazione internazionale è la base per combattere il fenomeno, facendo in modo che la gente non abbia accesso a questi medicamenti?
“Un versante su cui lavorare è quello. Un altro è quello di cercare di far capire alla gente i rischi che corre. Schematizzando, una volta su due acquistando tramite quei canali non si riceve niente, perdendo i soldi. Un’altra volta invece arrivano prodotti diversi da quelli immaginati. Bisogna capire che è un mercato pericoloso in mano a gente che vuole solo fare soldi. Non scordiamo che abbiamo 200 farmacie in Ticino, usiamole. Se un farmacista non vende un medicamento forse un motivo c’è, no?”.
I numeri la sorprendono? La preoccupano? Cosa ci dice del Ticino?
“Sono dati che sono in linea con quelli degli ultimi dieci anni. Sono un po’ altalenanti da un anno all’anno ma il trend è quello di un progressivo aumento da parte di certe persone che cercano di approvvigionarsi tramite Internet per determinati medicamenti. È un fenomeno che concerne anche alcuni ticinesi. È difficile parlare di numeri, perché i controlli alla dogana avvengono a campione e quindi potrebbero sfuggire degli invii. Stimiamo che nel nostro Cantone siamo attorno ai 20mila pacchi”.
La parte del leone la fanno gli stimolanti per erezione sessuale. Come mai: vergogna a andare in farmacia a comprarli, difficoltà a procurarseli altrimenti?
“Il fatto che la maggior parte di questi farmaci siano stimolanti per le disfunzioni erettili è costante, almeno sul 60% (si parla nel 2021 del 77%) a livello internazionale. Intendo Viagra in tutte le sue forme e in tutte le sue declinazioni, fratelli, cugini eccetera. Essenzialmente si pensi a pilloline azzurre contraffatte che cercano di emulare quella originale della Pfizer, di fabbricazione clandestina. Uno dei motivi potrebbe essere quello della vergogna ma è marginale. Un altro si riscontra nel prezzo, un argomento valido più anni fa rispetto ad ora, visto che i medicamenti ufficiali adesso costano meno. Direi dunque che la ragione principale è che comprando su Internet si sceglie ciò che si vuole, senza dover passare dal medico che deve fare la ricetta e il farmacista che vende il farmaco, non coperto dalla cassa malati. Non tutti ottengono le prescrizioni da parte dei dottori, a causa anche delle controindicazioni, non per regole burocratiche ma per misure per salvaguardare la sicurezza. Oltretutto sappiamo benissimo che questi farmaci vengono richiesti e usati per aumentare la potenza sessuale perché uomini non sono contenti di ciò che fanno e l’immaginario collettivo dice che bisogna dare di più di quanto si riesce”.
Spesso in questi medicamenti ci sono componenti diverse da quelle indicate. Succedono casi di persone che stanno male per questo motivo?
“Un ingrediente che manca sempre è la qualità del prodotto, e non è detto che viene usato davvero quel che si legge. Capita ed è capitato di persone che prendono questi farmaci e stanno male, non tanto con Viagra e simili bensì coi prodotti per diminuire l’appetito. Essi sono l’altro grande mercato per le importazioni illegali, direi sul 20% del totale. Vediamo regolarmente importazioni bloccate e analizzate in laboratorio, è successo di trovare ingredienti che la medicina ufficiale ha vietato da anni a causa degli effetti collaterali. Se si prende un derivato anfetaminico sapendolo si possono adottare precauzioni, se si pensa di prendere delle erbe e si trova una sostanza chimica potente si corrono rischi. Ci sono anche morti”.
Fra i medicamenti elencati da Swissmedic, ce ne sono alcuni usati per curare il Covid. Come leggiamo questo dettaglio?
“Inizialmente si ipotizzava che l’idrossiclorochina fosse utile per combattere il Covid ma poi si è capito che non serve e che anzi è dannosa. Lo stesso è successo poi con l’ivermectina, poi con la azitromicina, un antibiotico. La medicina ufficiale ha dichiarato questi farmaci inefficaci e pericolosi. Ma in molti ambiti della pandemia sono girate in modo insistente notizie che dicevano che questi farmaci curavano e che non venivano riconosciuti ufficialmente perché avrebbero fatto un danno a chi doveva vendere i vaccini. Teorie complottiste, insomma. Chi voleva queste medicine in farmacia non riusciva a ottenerli. Per esempio, l’invermectina viene data solo con la scabbia. Per chi crede a quelle teorie, l’unico modo per averli era reperirli sul mercato online illegale”.