WIL – “Come in una sceneggiatura di Hitchcock”. Scomoda nomi importanti, Nicola Bignotti, per parlare della salvezza trhriller del sui Chiasso. Ma come dargli torto? Passare un’annata intera a rincorrere, cambiare allenatore, dover rafforzare la giovane compagine, superare le avversarie per ritrovarsi di nuovo ultimi e giocarsi tutto all’ultima, andando sotto, ribaltando la sfida in un quarto d’ora e dovendo aspettare i risultati altrui per gioie: da nervi saldi!
Intanto, i rossoblu restano nelle venti migliori squadra svizzere.
Bignotti, ci dica la verità: quando eravate sotto (e il Rapperswil non perdeva, ndr) c’è stato un momento in cui non ci credeva più?
“È normale che quando sei sotto 1-0 e devi vincere hai tensione, ma la speranza non è mai venuta meno, la squadra ha dei valori e li ha dimostrati ribaltando il risultato”.
Quanto è stata difficile questa stagione e cambio societario?
“La stagione è stata difficile perché è stato un campionato complicato in generale, con squadre che non hanno mai mollato. Dopo anni non ci sono state avversarie che erano tagliate fuori dalla salvezza sin dall’inizio. Il cambio societario non ha inciso, è avvenuto ancora in licenza dello scorso anno, nella stagione precedente”.
Qual è stato il momento più duro?
“È stata una stagione dura in generale, sicuramente quando da più quattro punti rispetto alla penultima nella seconda metà dell’anno siamo stati superati e siamo andati a meno quattro è stato difficile. Ci abbiamo sempre creduto, abbiamo lavorato al massimo per raggiungere la salvezza e ce l’abbiamo fatta”.
Avete cambiato un allenatore e rafforzato la squadra a gennaio. Anche se è facile dirlo ora, c’è qualcosa che non rifarebbe?
“L’importante è stato salvarsi, coi se e con i ma siamo tutti allenatori e tutti grandi direttori, troppo facile. Ci sono girati contro anche tanti episodi, magari con un pizzico di fortuna in più saremmo potuti essere salvi prima, a noi piace soffrire fino all’ultimo perché è ancora più bello. L’anno prossimo un po’ prima per le coronarie? Beh, vero”.
Pensando al futuro, ha già preparato il Chiasso di domani?
“Eravamo concentrati sul presente, ora mi prenderò cinque-sei giorni di pausa poi con la proprietà ci siederemo a tavolino per sviscerare una ad una tutte le componenti del futuro della squadra”.
Si potrà puntare a un Chiasso di alta classifica o i mezzi sono quelli e dunque si dovrà soffrire?
“La strategia è quella di valorizzare i giovani, i risultati sono importanti per farlo, magari consentono loro di fare più partite con tranquillità. La via rimane la stessa, dunque, ma non sta scritto da nessuna parte che con i giovani non si possano raggiungere anche risultati sportivi interessanti”.