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27.05.22 - 10:450

Milan, Maldini senza contratto “È irrispettoso. È ora che Elliott dica che strategia vuole per il futuro”

Il direttore tecnico rossonero: “Non sono la persona adatta per un progetto che non ha un’idea vincente. Con i giusti investimenti possiamo competere con le più grandi in Champions”.


MILANO - “Io e Massara siamo in scadenza e non abbiamo ancora rinnovato. Trovo poco rispettoso, con il percorso che abbiamo fatto, che ad oggi l’amministratore delegato ed Elliott non si siano neanche seduti a parlare con noi”.

Sono secche ma schiette le parole di Paolo Maldini, direttore tecnico del Milan, che ha manifestato il proprio pensiero senza parafrasare durante l’intervista rilasciata a “La Gazzetta dello Sport” per celebrare il 19esimo scudetto rossonero. E aggiunge: “A me piace essere una sorta di garanzia per il milanista. Potrebbero anche dirci che non abbiamo fatto un buon lavoro, o può essere che io dica che la loro strategia non mi piace; ma non va bene che la proprietà non si sia mai seduta al tavolo”. È evidente che vi sia qualche divergenza tra i vertici del club, per questo un incontro tra le parti è fondamentale. Un’altra questione spinosa riguarda lo stadio, che Maldini vorrebbe più grande di quello da 55mila posti pensato finora, non nasconde che gli dispiacerebbe una struttura grande come San Siro.

Lo scudetto per Maldini, che tanto ha vinto da giocatore, è il primo trofeo da dirigente: “È il primo trionfo di una nuova vita. Stavolta non ho giocato con velocità e tecnica ma con la testa e i miei valori. Se lo considero un capolavoro o un miracolo? Capolavoro. È la vittoria delle idee, della volontà e dello spirito di gruppo. Siamo rimasti due anni al vertice riuscendo a fare qualcosa di super contro ogni previsione. E non è banale il fatto che negli ultimi 20 anni il Milan di scudetti ne avesse vinti solo due. Ecco perché ci dà tanto orgoglio. Si dice che lo scudetto lo abbia perso l’Inter? Sono opinioni. Dico che abbiamo fatto 86 punti. E solo una volta nella storia dei campionati a tre punti il Milan era riuscito a fare di più. Questo inverno avevamo Kjaer fuori per infortunio e Tomori che si è lesionato il menisco. Non c’era budget. Potevamo prendere un giocatore in prestito per tappare il buco. Invece abbiamo dato fiducia ai nostri giovani. Perché sappiamo che ci possono garantire tanto”.

Parlando di strategia di mercato e del futuro della squadra, Maldini afferma: “Siamo in una fase di passaggio, in questo momento non abbiamo la disponibilità economica per pensare a un salto di qualità. I 21 calciatori acquistati a titolo definitivo sotto la mia gestione diretta hanno comportato una spesa netta tra entrate e uscite di 75 milioni. Quando ho deciso di rimanere dopo l’addio di Leonardo, avevo in testa un budget più alto. Poi se posso far risparmiare il club lo faccio. Oggi il Milan con una visione strategica di alto livello può andare a competere il prossimo anno con le più grandi. Se invece si scegliesse una visione di mantenimento, senza investimenti, rimarremmo nel limbo tra le migliori sei o sette squadre in Italia per tentare di rivincere lo scudetto e qualificarci per la Champions. Per questo è il momento che la proprietà, Elliott o quella che potrebbe arrivare, capisca che strategia vuole per il futuro. Con due o tre acquisti importanti e il consolidamento dei giocatori che abbiamo possiamo competere per qualcosa di più grande in Champions”.

Su Pioli, l’ex fuoriclasse rossonero ha solo parole di ammirazione: “Stefano lo conoscevo perché ho giocato con lui nell’Under 21 e ho sempre avuto stima dell’uomo e dell’allenatore. Dal di fuori mi è sempre piaciuto. Ciò che mi ha sorpreso è l’intensità di trasmissione delle sue idee e l’energia che ci mette a Milanello. Io gli ho detto più volte: ‘Puoi cambiare tutti i sistemi di gioco che vuoi ma non perdere questa energia che per noi è vitale’. E guardate che è anche duro nelle cose che dice. Questa cosa mi piace tantissimo. Se può essere l’uomo giusto per aprire un ciclo? Sicuramente lui è una componente importante. Poi naturalmente ci deve essere la volontà del club di aprire un ciclo”. Infine, un commento su Donnarumma: “Non mi ha scritto per complimentarsi, ma ci siamo sentiti durante l’anno e poi visti alla festa dei 40 anni di Ibra. Non so se si sia pentito, io spero che sia felice”. 

 

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