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13.06.24 - 16:260

L'Europeo visto dal mental coach. "La testa conta, vi spiego come"

Fausto Donadelli esplora il lato mentale della competizione: "Qualche giocatore può arrivare con una forma di fatica fisica e stress mentale, ma i grandi sanno trasformare la difficoltà in motivazione. La Svizzera? Ha una valida coesione di squadra"

Gli europei di calcio in Germania sono pronti a riempire le giornate di appassionati e non solo. Grande attesa per la Nazionale Svizzera, in campo per il debutto sabato pomeriggio contro l'Ungheria. L'Europeo chiude la stagione 2023-2024 e nelle ore precedenti al ballo d'inizio abbiamo provato ad entrare "nella testa" dell'Europeo con il mental coach Fausto Donadelli.

Fausto, partiamo dalla domanda più banale. All’Europeo vince chi ha più testa?

"Assolutamente, l'Europeo è una competizione in cui la testa gioca un ruolo fondamentale. La risposta è sì, ma voglio spiegare cosa intendo".

Prego...

"Per vincere è fondamentale la chiarezza di intenti. Ogni azione, ogni passaggio, ogni minuto della partita richiede una focalizzazione totale e, di conseguenza, la distrazione può costare caro. Essere nel flusso, invece, può fare la differenza tra una vittoria e una sconfitta. Poi c’è la determinazione che è un altro aspetto chiave. Perché nella testa devi voler sentire un’unica frase: “non si molla mai, anche quando le cose sembrano difficili!” Poi c'è la gestione delle emozioni. Saper gestire l’ansia, lo stress e l’euforia è fondamentale. Non dimentichiamo la fiducia, in quanto essendo oltretutto il calcio uno sport di squadra, credere in sé stessi e nei propri compagni è essenziale. Inoltre, la fiducia è contagiosa e può sollevare o risollevare l'intero team, creando una vera e propria onda di energia capace di portare al successo. Ultima, ma non per importanza, è l'adattabilità. Essere pronti a cambiare strategia quando necessario è vitale. Il calcio è imprevedibile e chi riesce ad adattarsi più velocemente ha un vantaggio enorme. Vince chi ha più testa, ma la testa è fatta di tante cose: concentrazione, determinazione, gestione delle emozioni, fiducia e adattabilità".

Una competizione simile richiede più impegno a livello mentale?

"Normalmente è un punto di forte dibattito con alcuni miei colleghi, in quanto per me ogni partita va giocata sempre con la stessa “modalità”, non ci sono partite più facili di altre così come non ci sono trofei più o meno importanti, perché quando si sceglie di competere, siamo onesti e sinceri, lo si fa con un obbiettivo: vincere.  Attenzione però, non parlo di risultato finale, ma di dare tutto se stessi alla causa, qualsiasi cosa accada io farò tutto quello che è nelle mie possibilità fino al (in questo caso) fischio finale. C’è comunque da dire che visto il ritmo ravvicinato fra una partita e l’altra si può tranquillamente parlare di un maggior “affaticamento mentale ed emotivo”".

Che idea ti sei fatto della Svizzera in questo senso?

"Personalmente penso che la Nazionale Svizzera abbia dimostrato di avere tutte le qualità per gestire al meglio le sfide di una competizione come l'Europeo. Non solo può vantare giocatori di esperienza, ma anche di una valida coesione di squadra e disciplina tattica".

Reduci dalla stagione con i club, possono nascere delle difficoltà per un giocatore nel performare al massimo?

"Sicuramente qualcuno potrà soffrire di una certa forma di fatica fisica e stress mentale. Tuttavia, i grandi giocatori sanno sempre trasformare queste difficoltà in motivazione. Quale miglior palcoscenico come un europeo per dimostrare quanto sia potente la forza fisica e mentale di un campione".

Il fattore mentale giocherà un aspetto importante soprattutto nella fase a eliminazione diretta. Le nazionali sono organizzate nel fornire supporto sotto questo aspetto?

"Esatto, in questa fase il supporto mentale è cruciale. Da quello che posso sapere, ci sono alcune nazionali ben organizzate in questo senso, che si avvalgono di mental coach e psicologi sportivi. Altre invece ne sono totalmente prive. Per fortuna molti giocatori, capita l’efficacia nella collaborazione con professionisti come il sottoscritto, hanno scelto di collaborare e avere un contatto diretto".

Terminata la competizione, quale sarà il lavoro mentale per i protagonisti?

"In questo caso si tratterà di gestire il successo o la delusione e di conseguenza alcuni giocatori affronteranno emozioni intense, come la gioia della vittoria, mentre la maggior parte di loro potrebbero essere soggetti alla frustrazione della sconfitta. Il “trucco” in questo caso sarà semplicemente essere d’aiuto nell’elaborare al meglio questa esperienza, promuovendo la crescita personale".

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