MELIDE - Sul preventivo 2023, presentato la settimana scorsa dal Consiglio di Stato, c’è un grosso asterisco. Una sorta di enorme “però” che potrebbe modificare di molto, quasi stravolgere, il risultato finale. Il Governo ha infatti inserito nella previsione di bilancio 137 milioni provenienti dalla Banca Nazionale. Se effettivamente questi soldi entreranno il disavanzo si limiterà a 80 milioni. Se al contrario nonarrivassero, o arrivassero solo in parte, ecco che agli 80 milioni andrebbe sommato il mancato introito della BNS: nel caso peggiori si arriverebbe a un deficit di quasi 220 milioni.
“Si tratta di una grossa incognita, un fattori di grande incertezza non solo per noi ma per tutti i cantoni e anche per la Confederazione”, ha ammesso il ministro delle finanze Christian Vitta. Anche perché la BNS ha già fatto capire che l’anno in corso è e sarà difficile e perciò dal caveau bernese potrebbe uscire poco o nulla.
Da qui i dubbi sollevati da molti circa l’opportunità politica da parte del Consiglio di Stato di lanciarsi in una scommessa del genere. Tutt’al più che il preventivo non prevede manovre di rientro. Se ne riparlerà dopo le elezioni, in ossequio a un’antica tradizione ticinese che vuole il preventivo pre elettorale epurato da ogni scelta politica divisiva.
Ma a far discutere durante la presentazione del documento sono state anche le parole del presidente del Governo Claudio Zali: “Abbiamo notato una tendenza politica comprensibile e foriera di consensi nel breve termine volta a ridurre i cespiti d'entrata che non può essere senza conseguenze. La diretta conseguenza di queste politiche, anche se non annunciata come tale, è il ridurre il sostegno alle fasce più deboli della popolazione”.
Al netto del decreto Morisoli, approvato in votazione popolare, sono infatti diverse le iniziativa imminenti e venture che impatteranno sui conti pubblici. Pensiamo all’imposta di circolazione, alla raccolta firme lanciata dalla Lega per dedurre totalmente i premi di cassa malati dalle imposte o dalla prossima iniziativa annunciata dall’UDC che chiede l’abolizione della tassa di collegamento (i cui proventi si prevede d’incassare dal 2025).
Ma se il centrodestra vuol tagliare i cespiti d’entrata, la sinistra vuole aumentare le spese. In primis i sussidi di cassa malati, aumentando il parco dei beneficiari dopo l’annunciata stangata sui premi che in Ticino cresceranno del 9%.
Insomma, nonostante le misure “lacrime e sangue” siano rinviate all’anno prossimo, il risanamento delle finanze cantonali si presenta sin d’ora come un cubo di Rubik: difficilissimo far quadrare i desiderata di tutti i partiti. E già sul sostengo a questo preventivo potrebbero registrarsi defezioni importanti tra i partiti di Governo.
“Il preventivo con l'asterisco” è il titolo della puntata di Matrioska in onda questa sera su TeleTicino a partire dalle 19.30. Ospiti di Marco Bazzi saranno il presidente del PPD Fiorenzo Dadò, i capigruppo Alessandra Gianella (PLR) e Ivo Durisch (PS) e Sergio Morisoli (UDC), i deputati Michele Guerra (Lega) e Samantha Bourgoin (Verdi).
Appuntamento dunque per questa sera alle 19.30 su TeleTicino.