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Cronaca
07.04.16 - 18:230
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

Metro a cielo aperto, mobilità lenta e aziendale: ecco la Bellinzona viaria del futuro

Simone Gianini illustra il PAB3 e i suoi obiettivi, e plaude all'aggregazione. «Se fosse arrivata fra dieci anni, sarebbe stata tardiva. La via ecologista è l'unica possibile»

BELLINZONA - Il PAB3, Programma d’agglomerato del Bellinzonese di terza generazione, è in consultazione durante il prossimo mese. Come intende migliorare la nostra mobilità? Per scoprirlo, abbiamo contattato il Municipale di Bellinzona e Presidente della Commissione regionale dei trasporti del Bellinzonese (CRTB) Simone Gianini.Quali sono gli obiettivi, calcolando che presto 13 comuni saranno uno solo?«Prima di tutto, la miglior gestione del traffico motorizzato e dei suoi flussi. È sotto gli occhi di tutti che la rete viaria è quasi satura: è previsto il semisvincolo autostradale e servono interventi su assi stradali oramai di vecchia concezione. Il PAB3 prevede di andare sempre più nella direzione di spazi condivisi fra auto, pedoni e biciclette, sul modello, ad esempio, della riqualifica di via San Gottardo a Muralto. Oltre a interventi sulle infrastrutture, si immagina una gestione dei posteggi coordinata a livello regionale».Per migliorare la mobilità individuale, pensate al car pooling? Altrove non ha avuto un gran successo...«Parlerei in modo più ampio di mobilità aziendale, in particolare per quei comparti come la zona industriale e commerciale di Sant'Antonino. Bisogna incentivare le aziende alla mobilità aziendale. Il car pooling nel Mendrisiotto non ha ancora preso piede, così come quello promosso dal Cantone per i suoi dipendenti, ma non è l'unica via». Volete incentivare il trasporto pubblico sino a raddoppiare l'utenza. Con interventi strutturali o anche attraverso migliorie di prezzo?«Il PAB3, come peraltro il precedente programma d’agglomerato, va nella direzione primaria di incentivare il trasporto pubblico, su gomma e ferrovia, consci del fatto che arriveranno AlpTransit San Gottardo quest'anno ma soprattutto AlpTransit Ceneri nel 2020. Vorremmo utilizzare la linea ferrovia attuale come metropolitana a cielo con l'obiettivo di creare più fermate di quelle attuali: Bellinzona FFS ora è in rifacimento e sarà presto un nodo intermodale; è previsto che lo diventino anche le stazioni di Giubiasco e Arbedo-Castione, mentre sul lungo termine si potrebbero aggiungere nuove fermate, ora allo studio, ad esempio in zona Saleggi e San Paolo, Camorino, ma anche a Clario quando (ripeto a lungo termine) vi sarà la circonvallazione ferroviaria del Bellinzonese. La politica sui prezzi non è invece di competenza dei Comuni o della Commissione dei trasporti, ma esclusivamente del Cantone attraverso la Comunità tariffale, che sono sotto pressione per far quadrare i conti del trasporto pubblico. Una diminuzione sarebbe senz’altro utile per promuovere una maggiore utenza, ma poi qualcuno il costo lo dovrà pagare (con i prezzi attuali la copertura finanziaria del trasporto pubblico in Ticino tramite i biglietti raggiunge a mala pena il 25/30% dei costi di esercizio). Su questo tema si innesterà anche la votazione popolare del mese di giugno sulla tassa di collegamento, pensata appunto per coprire i costi in crescita del trasporto pubblico che si vorrebbe sempre più performante e capillare, cosa che evidentemente costa». È positivo che l'aggregazione arrivi temporalmente vicina ad AlpTransit?«Direi che è un bene che sia imminente l'aggregazione del Bellinzonese, perché le sfide che AlpTransit porta con sé per essere affrontate al meglio, per lo sviluppo economico e sociale ed anche per quello dei trasporti regionali, necessita che ci sia di pari passo un Comune forte e unitario che le sappia gestire. Fra dieci anni, sarebbe stata tardiva, perché AlpTransit arriva ora e le sfide vanno gestite in questi anni cruciali».Puntate anche sulla mobilità lenta, per svago o utilitaria?«In particolare utilitaria, pensando cioè al tragitto casa-lavoro all’interno dell’agglomerato più che allo svago. Il Bellinzonese dispone già di collegamenti ciclo-pedonali, utilizzati giornalmente, ma essi sono ancora troppo spezzettati fra di loro. Il PAB 3, così come il precedente programma d’agglomerato, intende completare ulteriormente la rete ciclabile. Pensando allo svago, c'è il tema del percorso longitudinale attorno nel parco fluviale, sistemando le golene e fruendo ancor meglio di quel corridoio verde del Bellinzonese. Il bike sharing nel Bellinzonese non ha invece ancora preso piede. Un progetto presentato dalla Commissione dei trasporti è stato sospeso, perché i Municipi, Bellinzona in primis, hanno ritenuto che i costi fossero eccessivi per il beneficio che ne sarebbe sortito, visto che – a differenza ad esempio del Luganese – da noi molti hanno già e utilizzano la propria bicicletta. Io lo avrei introdotto comunque, anche come immagine della regione, ma capisco che ci vogliono i soldi e allora le priorità erano altre, in primis quelle del risanamento finanziario. A Locarno, dove è stato introdotto da poco, sono riusciti a raccogliere parecchi sponsor privati. Avevo già lanciato un appello in tal senso nel Bellinzonese, ma per ora senza riscontro da parte delle aziende. Chissà che l'esempio di Locarno non ci aiuti…».Dal PAB 3 emerge una chiara impronta ambientale, concorda?«La politica federale sulla pianificazione del territorio e sui trasporti va nella direzione di uno sviluppo sostenibile e dunque a cascata Cantoni e Comuni vanno in questa direzione, già solo perché il Programma d’agglomerato deve essere approvato dalla Confederazione e implementarne i principi. Lo avremmo comunque improntato in questo modo, dal momento che ritengo sia l'unica via immaginabile per potere un domani i nostri figli ancora godere del nostro territorio e avere una mobilità che sia sostenibile e funzionale: se il trend fosse invece stato quello degli scorsi decenni, ci accorgiamo che arriveremmo presto alla completa saturazione».
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