Cronaca
01.12.16 - 18:130
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40
Marchesi e Chiesa: «senatori ticinesi, il popolo vi ringrazia». Bühler e il giuramento
Il presidente dell'UDC: «avevamo scritto una lettera a Lombardi e Abate, ecco perché non ci hanno mai risposto». Chiesa: «a parole tutti sostenevano il modello Föhn, poi...»
BERNA - Grande delusione in seno all'UDC per il voto odierno agli Stati.
Il presidente della sezione ticinese
Piero Marchesi rimarca la lettera scritta ai due senatori del nostro Cantone di qualche tempo fa. «Il 2 novembre scorso io e Marco Chiesa avevamo scritto ai Senatori ticinesi Abate e Lombardi, chiedendo che in occasione del voto agli Stati sull'applicazione del 9 febbraio rispettassero la volontà del popolo ticinese votando la proposta avanzata dall'UDC, che avrebbe permesso di applicare fedelmente l'iniziativa. Non hanno mai risposto alla nostra lettera. Dopo il loro voto odierno in favore di un'applicazione che nulla ha a che fare con quanto votato dal popolo, ora capiamo il perché. I ticinesi vi ringraziano», ha postato su Facebook.
Deluso anche
Marco Chiesa, che sui social riporta la foto di una pagina del Corriere del Ticino in cui alcune rappresentanti ticinesi avevano detto di optare per la soluzione Föhn. «Tante chiacchere e nessun fatto per il Ticino!
A parole sui giornali a caratteri cubitali si sostiene la versione del Consigliere agli Stati Peter Föhn, che comprende contingenti, tetti massimi e e preferenza indigena. In gioco c'era la faccia davanti ai ticinesi!
In verità qui a Berna, proprio stamattina, nella stanza ovattata, gli unici ad aver sostenuto un'applicazione fedele del 9 febbraio erano gli UDC con la loro proposta chiara e trasparente», ha scritto.
Anche lui attacca Lombardi e Abate. «I nostri due Consiglieri, rappresentanti del Ticino che ha approvato l'iniziativa con il 68% dei consensi, senza scomporsi, hanno invece optato per dare un bel calcio alla volontà popolare.
Nessun sostegno da parte loro al Canton Ticino!».
Alain Bühler, dal canto suo, si è concentrato sul giuramento che devono prestare i deputati e i senatori alle Camere federali, proponendo una modifica. «"Giuro davanti a Jean Claude onnipotente di rispettare i dettami che l'Unione europea ci impone, di soprassedere alla volontà del Popolo, se contraria ad essi, e di adempiere ai doveri del mio ufficio coscienziosamente in linea con le direttive di Bruxelles". È più attuale, non credete? Si sposa pienamente con l'atteggiamento della maggioranza della Berna federale. Ovviamente, all'UDC è concesso di continuare a giurare sulla vecchia formula».
Ha detto la sua anche Tiziano Galeazzi. «Semplicemente una "baggianata in salsa bernese" dettata dalle calate di braghe svizzere verso l'UE fallita e composta da burocrati. Ancora una volta il Popolo svizzero ha perso di fronte a una classe politica che ha paura della propria ombra. Che al posto di difendere i nostri interessi nazionali e la nostra popolazione, difende coloro che misurano la lunghezza e la curvatura del "cetriolo" da mettere nei barattoli. Vergognatevi! Noi in Ticino ne sappiamo qualche cosa e andremo avanti con "Prima i nostri"»