Cronaca
20.12.16 - 18:230
Aggiornamento: 21.01.22 - 14:40
Marsico bacchetta la Svizzera, «quel giorno potevi non chiudere le dogane»
Il consigliere regionale di Forza Italia, con una mozione, torna sulla chiusura dei valichi dopo la rapina. «Fate parte di Schengen, anche se con vincoli. Ma non era un evento criminoso così grave»
LAVENA PONTE TRESA - Il consigliere regionale di Forza Italia, Luca Marsico, fa sul serio. Qualche settimana fa, una tentata rapina avvenuta alla Raiffeisen di Molinazzo aveva fatto sì che Polizia e Guardie di Confine bloccassero alcune dogane, tra cui quella di Ponte Tresa, ritardando l'arrivo a casa di molti frontalieri, per cercare i due autori. Il sindaco di Lavena Ponte Tresa si era molto arrabbiato, suscitando un'accesa polemica, che pareva chiusa. Invece, Marsico con una mozione alla Regione Lombardia, le chiede di farsi interprete presso lo Stato Italiano, affinché quest’ultimo, raccolte le istanze degli italiani frontalieri, chieda alla Confederazione Svizzera motivazioni e giustificazioni in merito all’accaduto», come rivela il sito "Lo Stivale Parlante".
«La reazione da parte della Svizzera ha creato notevoli disagi non solo ai lavoratori frontalieri ma anche a tutti coloro di passaggio al confine", scrive Marsico, facendo notare che «la Svizzera, assieme ad altri stati europei fa parte dello spazio Schengen, in virtù del quale i paesi che ne fanno parte non effettuano più controlli sistematici alle loro frontiere interne (cioè alle frontiere tra due Stati Schengen)». Ma «l’adesione di questo Stato all’UE ha tuttavia dei vincoli, motivo per il quale alle predette frontiere permangono controlli doganali preceduti o accompagnati da una verifica dell’identità (controllo dei documenti o ricerca nel sistema d’informazione) per motivi di sicurezza interna o per fondati sospetti in base a informazioni da questa detenute e riguardanti eventuali minacce alla pubblica sicurezza o presunti casi di criminalità transfrontaliera».
Non ha apprezzato il modo in cui si è agito per cercare di fermare i due malviventi. «Si sarebbe potuto effettuare anche un controllo capillare senza, tuttavia, inibire totalmente il passaggio di persone che dovevano necessariamente tornare a casa dopo la propria prestazione lavorativa. Il fatto di cui in narrativa non è sicuramente da annoverare tra gli episodi criminosi più gravi accaduti negli ultimi periodi, tale da giustificare una chiusura unilaterale delle frontiere senza, per giunta, avvisare le autorità italiane presenti sullo stesso valico».
Di conseguenza, chiede che la Regione si faccia portavoce presso la svizzera per avere una spiegazione formale di quanto accaduto, ma soprattutto «affinché episodi similari possano trovare una disciplina condivisa e, quindi, regolamentata».