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Cronaca
19.05.17 - 16:300
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

Cosa c'è dietro l'inchiesta del Municipio sul LAC? Tre torri, un appalto, un subappalto a Campobasso e i soldi che spettavano a chi fornì le gru

Alla Sanomedia, ditta del direttore di Estival jazz, fu chiesto di montare tre torri per una coreografia. Non avendo abbastanza operai, ci fu un subappalto all'azienda di un italiano residente a Monte Carasso

LUGANO – Qualcuno parlava di LACgate, qualche giorno fa. Appalti irregolari al centro culturale, su cui sta indagando il Municipio di Lugano? Esso aveva smentito parlando di verifiche relative alla LIA, ma in realtà tutto sarebbe partito dal ritardo del pagamento da parte di Sanomedia a una ditta ticinese che ha fornito gru.

Ma cosa c’entra Sanomedia col LAC, e che cos’è? Questa è la storia di un subappalto, o forse di diversi, per svolgere un lavoro, quello del montaggio di “3 torri in layher di dimensioni f.to 4,14×4,14 mt h 13,5 mt rivestite integralmente con pvc stampato. Realizzazione di n. tre schermi f.to 9,5×12,5 mt con pellicola adesiva sulla facciata del Teatro LAC. Installazione di n. 6 proiettori Barco da 30.000 ansi lumen”. In pratica, di tre torri che servivano per lo spettacolo di Slow Dancing, l’evento di qualche mese fa sulla piazza del LAC.

A riportare i retroscena è stata liberatv.ch. Per il montaggio essenzialmente di queste tre torri viene dato un mandato diretto, di 150mila franchi (dunque nei parametri di legge per quanto concerne l’ammontare) a Sanomedia. Non si sa chi abbia conferito il mandato, ma la ditta fa capo a Peter Koley, che è anche direttore di Estival jazz.

Sanomedia, però, non ha i requisiti per ottenere il mandato, perché non ha abbastanza operai per compiere il lavoro assegnato. Allora lo subappalta alla filiale ticinese di un’azienda italiana, precisamente di Ascoli Piceno, la AgEvent Sagl. La ditta fa capo a un cittadino italiano residente a Monte Carasso, tale Luigi Giuliano, e si occupa anche del montaggio e dello smontaggio della conchiglia acustica del LAC.

L’azienda, che ha la sede operativa a Campobasso, non avrebbe essa stessa un numero sufficiente di operai, ma il lavoro viene eseguito.

Sia l’appalto assegnato alla Sanomedia che il subappalto affidato alla AgEvent Sagl non appaiono conformi. Da qui, sono scattate le verifiche. E a far venire tutto alla luce, appunto, la ditta ticinese che aveva messo a disposizione le gru, a cui spettavano dei soldi da parte di Sanomedia, arrivati, guarda caso, solo dopo che il bubbone è scoppiato.
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