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Cronaca
21.07.17 - 12:400
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

"Il turismo mordi e fuggi non ci interessa. Non siamo le Maldive di Milano bensì il fiume di smeraldo del Locarnese"

Sulle polemiche legate alla Vale Verzasca parla Fabio Bonetti. "Non puntiamo sul bacino italiano perché non siamo la Svizzera che cercano. I problemi ci sono stati ma sono nati dall'effetto del video". E propone una giornata tipo...

LOCARNO – Il grande afflusso di turisti, soprattutto italiani, in Valle Verzasca, ha fatto molto discutere. Diversi residenti si sono lamentati del turismo mordi e fuggi, che lascia sporcizia e disordine ma non introiti, mentre la deputata Natalia Ferrara ha accusato il Ticino di essere un Cantone a vocazione turistica che però preferisce starsene per i fatti suoi.

Abbiamo parlato del tema col direttore dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli, Fabio Bonetti: il weekend passato è stato un caso isolato? La Valle Verzasca può trarre qualche insegnamento? Bonetti ci ferma quando proviamo a chiedergli un’opinione sul post di Ferrara, e ha ben chiaro qual è il target a cui puntare.

Ci sono state svariate polemiche attorno all’afflusso di turisti in Verzasca. Come mai proprio ora? Ovvero, la regione è stata presa d’assalto più del solito oppure sono polemiche nate senza un collegamento?
“Ciò che è successo domenica è dato dal video postato dai ragazzi di Milano, che ha avuto un successo enorme, facendo conoscere la zona di Lavertezzo e del suo ponte alla Lombardia. Pensi che è stato visto da 2,3 milioni di persone, e ha portato a un afflusso superiore alla norma”.

Le problematiche lamentate ci sono state realmente, e in maniera così pronunciata? Pensiamo a traffico e sporcizia…
“Ci sono stati problemi di traffico, dunque quello che è stato detto e scritto sui giornali è la realtà”.

Crede che sia stato un episodio isolato, oppure che continuerà questo maxi afflusso?
“In queste due o tre settimane di altissima stagione la zona è sempre molto frequentata, normalmente da un turista germanofono o svizzero tedesco. Bisognerà capire che ne sarà di questo effetto, probabilmente dopo la prima ondata scatenata dal video la curiosità tenderà a diminuire. Ciò nonostante so che si stanno pianificando una serie di misure di sensibilizzazione. Quanto accaduto è stato una sorpresa, che ci mostra quanto un social può avere un impatto, che nessuno si aspettava, nemmeno chi ha creato il video, peraltro effettuato da privati. Quanto successo però ci ha messo sull’attenti, è avvenuto una volta e può accadere di nuovo, dobbiamo contenere o almeno tenere sotto controllo i movimenti e la situazione nella Valle. Dunque, serve sensibilizzare in particolare sul rispetto del territorio. Promoviamo un turismo sostenibile, soprattutto nelle Valli che sono molto sensibili al tema. Non puntiamo sul turismo toccata e fuga, ciò che facciamo è cercare di portare un turista che generi indotto sul territorio, che sia interessato a esso, non solo al salto dalle rocce nel fiume, ma che voglia vedere le passeggiate e i grotti e magari rimanga anche a dormire, per genere un guadagno per chi lavora nella zona. In ogni caso, la situazione non dovrebbe ripetersi in maniera così importante, ciò che abbiamo constatato è che la rete è potentissima”.

Pare di capire che il turista mordi e fuggi, in particolare italiano, vi interessi poco, è corretto?
“Puntiamo maggiormente sul turismo del Nord delle Alpi. Spesso e volentieri la zona lombarda porta un turista di giornata. Il post era indirizzato a giovani che hanno effettuato l’uscita di una giornata al fiume. In generale la nostra comunicazione mostra quello che una Valle, non solo la Verzasca, può offrire, facendo capire che si tratta di un territorio sensibile”.

Magari dopo il video avreste la possibilità di far conoscere la Verzasca come la intendete voi anche agli italiani, non crede?
“Per anni ci abbiamo provato, ma per il grosso bacino d’utenza, ovvero l’hiterland milanese, non siamo la Svizzera che cercano, preferiscono per esempio Lucerna. Abbiamo 10mila pernottamenti di italiani all’anno, contro gli 800mila di svizzeri, per fare un esempio. Teniamo sott’occhio questo mercato, facciamo delle operazioni con l’Agenzia turistica ticinese, ma singolarmente non ci muoviamo su quel target”.

A chi lamenta scarsa visione a lungo termine per il turismo, cosa risponde?
“A parte questo caso, i risultati ci sono, il turismo è in crescita da due anni, non vedo dunque su che basi ci siano le critiche”.

Cosa pensa del post della deputata liberale Natalia Ferrara (cui oggi ha risposto in modo piuttosto piccato Germano Mattei, ndr)?
“Non entro in materia. Non parlo di politica, ma di turismo”.

Se dovesse presentare la Verzasca a chi non la conosce, che giornata tipo proporrebbe?
“Innanzitutto non mi soffermerei solo su Lavertezzo, che è un po’ l’icona della valle, ma proseguirei sino a Sonogno, che è magnifico paesino, con dei grotti, dei ristoranti e il museo etnico della Verzasca. È un buon punto di partenza per camminare sul sentiero della Verzasca, che da Brione scende verso Lavertezzo. È facile per qualsiasi tipo di utenza, comprese famiglie con bambini, e ci sono anche delle statue lungo il percorso. È d’obbligo fermarsi per un bagno nel fiume e poi fare una sosta alla diga della Verzasca, che è un must. In questi giorni viene praticato anche il bungee jumping. Questa è la Valle Verzasca che, di primo acchito, mi viene da consigliare”.

Infine, il termine Maldive di Milano le piace?
“No. La Valle Verzasca è il fiume di smeraldo del Locarnese”.


Paola Bernasconi
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