Cronaca
10.02.18 - 15:180
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:51
"Si metta alla gogna un imprenditore onesto per istinti narcisistici e di protagonismo... e chi lo fa dovrebbe difendere la categoria!". Suter, Ghisolfi, la caraffa d'acqua e un conto da 623 franchi
La deputata e sindacalista aveva postato la ricevuta di un ristorante bellinzonese, lamentando che non le era stata portata una caraffa d'acqua del rubinetto. "C'era caos, le avevamo finite, poi l'abbiamo servita appena possibile", ha detto il gerente. Poi è intervenuto il presidente di GastroTicino
BELLINZONA – Se non è la mafia (problema ovviamente ben più serio di quello di cui andiamo a parlare…) sono le polemiche social… Non c’è pace per gli esercenti ticinesi!
L’ultima diatriba ha coinvolto la deputata pipidina Nadia Ghisolfi, un ristorante di Bellinzona e il presidente di GastroTicino Massimo Suter.
Nadia Ghisolfi, qualche sera fa, era a cena con un nutrito gruppo di persone in un ristorante di Bellinzona. Tra cibo, vino, dessert e caffè, il conto recita 623 franchi, postato su Facebook. Ma a far indispettire la pipidina, che a ticinonews.ch ha confermato di aver mangiato bene, è l’acqua: viene chiesta una caraffa d’acqua, e il gerente ribatte che non può essere data perché è Carnevale. Dunque? Agli astanti non resta che acquistare alcune bottiglie, pagandole.
Il gerente del locale, sempre interpellato dal sito di Melide, si è detto dispiaciuto dell’equivoco, parlando del caos della serata, e del fatto che erano rimasti senza caraffe ed anche senza bicchieri. Rassicura dicendo che a Ghisolfi l’acqua è stata portata appena possibile.
Incidente chiuso? Sembrerebbe, ma poi Massimo Suter è intervenuto, sottolineando come a suo avviso si danneggia una categoria per un… bicchier d’acqua. E lancia una decisa frecciatina alla sindacalista.
Come perdersi in un bicchiere d’acqua ....Mettere alla gogna mediatica, un imprenditore onesto, così come tutto un settore economico, che con enormi sacrifici sostiene l’economia e mantiene più di 10’000 famiglie, solo per soddisfare i propri istinti narcisisti e di protagonismo da chi il lavoro lo dovrebbe difendere è qualcosa che va al di là della mia comprensione. Che tristezza....”, scrive.
Che la caraffa sia prevista o meno dalla legge, e se in molti la servono senza chiedere, importa poco. Fatto sta che il settore è sempre sotto tiro.