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Cronaca
15.03.18 - 09:300
Aggiornamento: 21.06.18 - 14:17

Navigazione, ora la parte più importante: il contratto collettivo dei dipendenti. "C'è sollievo, si erano perse le speranze. Alla fine il tavolo era affollato..."

Il sindacalista di UNIA Gianluca Bianchi spiega come le necessità congiunte di lavoratori, studenti e turisti alla fine ha avuto la meglio. "Un comandante mi diceva 'io so fare solo quello': c'è un forte legame col lago. Quando demolisco una casa, dovrei già avere pronto il progetto di quella sostitutiva..."

LOCARNO – La nascita del Consorzio italo-svizzero per garantire la navigazione del Lago Maggiore chiude una lunga fase di incertezza. Le navi ripartiranno presto, con gioia di turismo e scolari, ma per i sindacalisti il vero lavoro inizia ora: contrattare delle buone condizioni per tutti i “pirati” protagonisti dello sciopero della scorsa estate. Ne abbiamo parlato con Gianluca Bianchi, sindacalista UNIA.

Son passate quasi 48 ore dalla firma per il Consorzio, contenti, sorpresi?
“Direi entrambe le cose. Da un lato un po ‘di sorpresa c’è, quella naturale di chi a un certo punto stava perdendo ogni speranza, anche perché questa giornata doveva arrivare da mesi, invece è giunta solo ieri. Siamo contenti ma soprattutto sollevati rispetto al fatto che c’era un passaggio importante da fare, finalmente si è arrivati a questo accordo. Ciò non vuol dire che si chiude la partita, da adesso inizia la fase di contrattazione per i contratti collettivi dove bisognerà discutere del futuro della navigazione”.

Fino a un paio di settimane fa non pareva fattibile arrivare a un accordo, cosa è cambiato?
“Ci siamo trovati nella situazione, pochi giorni prima di Natale, dove ci è stato detto che il Consorzio non sarebbe partito, i dipendenti si sono trovati un po’ soli. Dal 9 gennaio con l’inizio delle scuole il problema è diventato anche della popolazione del Gambarogno, mancava la tratta Locarno-Magadino. Da qui in poi, dalle prossime settimane con la Pasqua, il problema sarebbe divenuto anche il turismo. Questo tavolo cominciava a essere carico della giusta pressione che ha sbloccato e ha permesso di risolvere quelli che apparentemente erano problemi personali ma che a mio avviso personale sarebbero già dovuti essere dissipati mesi fa”.

I problemi erano dati soprattutto dalle legislazioni diverse fra Svizzera e Italia?
“Parliamo di un ambito di trasporto pubblico, ci sono diverse questioni sul tavolo, che andavano dall’imbandieramento delle navi fino alle questioni assicurative. L’idea comune di tutti era che quando demolisco una casa per costruirne una nuova faccio in modo che il progetto sia il più completo possibile, l’impressione è che si sia corso per demolire una casa che andava ristrutturata, aveva dei difetti però era esistente, per trovarsi mesi senza un tetto sopra la testa perché i progetti non erano stati preparati nel dettaglio. Il problema era lì, non penso che il tutto non potesse essere elaborato prima”.

Con chi dovrete trattare ora e come hanno reagito i dipendenti?
“Adesso per il nuovo Consorzio la direzione della Navigazione del Lago di Lugano. In questi mesi con gli ex dipendenti sono in contatto continuo, da giugno in poi siamo diventati una buona famiglia, sento più loro che i miei familiari. La loro reazione è di entusiasmo dato da chi aveva perso completamente la speranza. Nelle ultime settimane prevalevano rabbia e paura per il futuro. La paura c’era anche perché il loro è un mestiere particolare. Qualcuno dei comandanti mi diceva che quello che sa fare è quello che ha fatto in tutta la vita, per cui non è solo una questione occupazionale ma anche di legame profondo col lago e con la navigazione. La notizia che esiste un futuro per essa non poteva che essere accolto con forte entusiasmo”.

Verranno riassunti tutti? A che condizioni?
“Saranno riassunti tutti, era una delle rivendicazioni dello sciopero. Per il 2018 le condizioni sono garantite grazie al contributo importante di Cantone e Comuni. Rimarrà l’anno di trattative. Nei mesi che restano del 2018 saranno ripresi alle vecchie condizioni, poi starà a noi contrattare un buon contratto collettivo per i prossimi anni”.

Quindi, tutti si mostrano felici, dal Consiglio di Stato al Municipio di Locarno, ma il lavoro sporco tocca a voi…
“È la differenza tra chi fa sindacato e chi fa politica. Chi fa politica guarda con grandi prospettive verso il futuro ma difetta un po’ il lavoro pratico che riguarda le condizioni dei dipendenti. Qui tocca a noi, non lo definirei un lavoro sporco ma di certo è la parte più difficile, si sa che le condizioni di lavoro della Società Navigazione Lugano sono diverse rispetto a quelle di Locarno, dovremo trovare una sintesi, la soluzione migliore per i lavoratori. La società luganese ha contratti più bassi, per intenderci. L’idea è che le condizioni in una società italiane siano peggiore, invece non è così, anche perché sotto Locarno hanno sempre avuto le condizioni di lavoro FART”.

Cosa vi attendete ora dalla politica?
“Difficile dirlo. Penso che uno degli aspetti positivi dello sciopero è stata la giusta attenzione alla tematica. Seguo il settore nel 2012, dove già c’era stato un rischio di taglio e c’era stata una mobilitazione con una raccolta firme. La storia di questi mesi ha fatto sì che l’attenzione della politica non venga meno. Il nostro slogan era ‘difendiamo occupazione e turismo’, la necessità di unire le due esigenze, contrattuali dei lavoratori e di difesa del turismo nel Locarnese, non debba venire meno e meriti l’attenzione politica”.

Paola Bernasconi
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