Cronaca
23.03.18 - 11:260
Aggiornamento: 19.06.18 - 15:51
Alcuni politici danno ragione a Rossi. Gli ultrà attaccano, "il 22 un'altra retata, sempre alle 6 di mattina", ma la Polizia smentisce. E la polemica continua, "Crotta ha colpito un tifoso a terra"
Farinelli e Schnellmann danno ragione all'avvocato. Intanto, la Gioventù Biancoblu torna all'attacco. "Collaborazione? Era salvaguardia di noi stessi. Collusione di prove? Non usate 'uatsap' e comunicate tramite 'ciat'? Dite le cose come stanno!". La retata è stata in Canton Uri
AMBRÌ - Dopo tante testimonianze che accusano la Polizia e il Dipartimento per l’Operazione Valascia, ieri Tuto Rossi si è fatto sentire affermando che bene hanno fatto le forze dell’ordine a fermare i tifosi, paragonandoli a “quei farabutti che hanno ucciso il povero Damiano Tamagni”. Parecchie le opinioni favorevoli al suo scritto, fra cui quelle dei liberali Alex Farinelli e Fabio Schnellmann.
La Gioventù Biancoblu, anche a seguito delle dichiarazioni di Respini, che diceva a La Regione che Gobbi non c’entra niente col blitz, ha voluto di nuovo replicare con un lungo comunicato, parlando anche di una presunta nuova retata (che la Polizia smentisce). “Signor procuratore, ci sembra davvero tutta una grande farsa. E la sentiamo in difficoltà. Non le sembra di prestarsi a giocare la parte del ridicolo, non troppo a suo agio, perché ormai il danno è fatto e non si sa più bene che pesci pigliare? E allora al posto di tacere, ritenete più credibile rilanciare (imbaraz tremend imbaraz), cercando una volta in più di manipolare/distorcere quello che è stato il corso degli eventi. Il signor Gobbi, dal canto suo, dopo quasi una settimana di sproloqui, è riuscito finalmente a zittirsi (Ah già, che scemi! Che non è mica lui che ha diretto il tutto… Ma fino ad ora, quindi parlava a sproposito?)”, dicono a un certo punto. “E chiaramente, ma anche qua di dubbi non ne abbiamo mai avuti, la stampa ci abbocca e scrive, scrive, scrive,… ma per ora le domande davvero scomode nessuno le pone. Grazie per l’attenzione e scusate un’altra volta se ci permettiamo di intervenire e di ribadire le nostre ragioni. Sappiamo bene che lassù ci preferireste saggi, ubbidienti, silenziosi, composti. Un po’ critici, magari. Ma non troppo, però! Che certe cose, non sta bene contestarle”.
Gli ultrà sono fermi sulle loro posizioni: “se l’intento era quello di un’azione preventiva. Se aveste voluto davvero agire preventivamente, avreste dovuto farlo quel giorno, a cominciare dalla valutazione del rischio per la partita”, e non dopo con il blitz. Trovano fuori luogo definire clamoroso il ritrovamento di qualche bastone o tirapugni.
“Riguardo alla collusione, all’inquinamento delle prove e all’operazione congiunta. Che novità, signor procuratore, scoprire che la gente usa “uatsap”, comunica, si informa. Al giorno d’oggi, ebbene sì, esistono le “ciat” e spesso si comunica così. Lei non è iscritto a nessuna lista? Non usa un telefono “intelligente”? Di fronte a situazioni di tensioni e di pericolo non avviserebbe un amico, un famigliare, una collega?”, provocano. “Collusione e inquinamento delle prove, sì certo… a due mesi dai fatti, avvenuti in una pista di hockey, sotto gli occhi di spettatori e telecamere, non le suona perlomeno strano? D’altronde come la mettiamo per gli altri casi? Per i risedenti oltralpe basta la letterina? E i residenti all’estero? E quando parla di un elevato numero di indagati (17, che ha giustificato l’operazione), ritiene quindi che i restanti (23 suppergiù) siano pochi? E da ultimo: ma non doveva mica essere un’operazione di polizia congiunta? Ma congiunta con chi, come e dove? O dobbiamo spiegarvi anche l’etimologia di congiunta, signor procuratore?”.
Chiedono di raccontare le cose nel modo giusto, a partire dal ferimento della donna lucernese, e “chieda al responsabile “operaio capo di nessuno” anti-hooligans Crotta che effetto fa picchiare in testa la gente a terra con un manganello telescopico”. Poi una stoccata, “proprio per non smentirsi, seppur con 10 giorni di ritardo ecco che stamane (22 marzo) arriva la seconda parte dello spettacolo mediatico, così potranno sostenere di non fare delle discriminazioni (almeno tra tifosi biancoblu chiaramente..). Nel secondo atto di questa pagliacciata i nostri prodi mettono in scena una nuova operazione di polizia nelle case di alcuni compagni di curva GGN. Alle 6 di mattina con la stessa modalità, anche se la cosa era ormai arcinota e risaputa. Vedremo quando lo spettacolo continuerà anche nel canton Vaud e in quel della…Germania”. Abbiamo verificato con la Polizia cantonale, che ci ha detto come sia stata eseguita un’operazione ma non in Ticino, bensì in Canton Uri.
Per quanto concerne la presunta collaborazione da parte dei tifosi, “questa non è collaborazione, signor procuratore, ma salvaguardia di noi stessi e di chi ci era vicino, dato che taluni degli agenti impegnati nell’operazione non si sono risparmiati in minacce, ricatti e pressioni. Tanto per dirne una, un giovane in polizia quella giornata ci è rimasto dalle 7 del mattina fino alle 5 di pomeriggio. Ma c’era il pericolo di collusione e un paio di fumogeni, un pericolosissimo tirapugni e qualche bastone (!!!) ritrovati, certo. Certo, signor procuratore…”.